Maestro umilia due bambini di colore, sospeso. La difesa: "Un esperimento". Sdegno unanime

Il ministro dell'Istruzione invoca provvedimenti immediati

Una classe delle elementari (foto di repertorio)

Una classe delle elementari (foto di repertorio)

Foligno (Perugia), 22 febbraio 2019 – L'avrebbe messo all’angolo. Faccia alla finestra con tutto il banco a fissare un punto rosso. Spalle alla classe perché lui, dieci anni appena, è un alunno di colore, figlio di una famiglia di immigrati residente a Foligno. "Ma che brutto che è questo bambino. Girati così non ti devono guardare". Poi, nella classe della sorellina un anno più piccola, sarebbe arrivato a apostrofarla scimmia: "Ti chiamo così?" (come ha riferito la bimba ai genitori). Il padre, al momento, ha preferito non parlare: "Non è il momento". E adesso, a distanza di dieci giorni (gli episodi sono del 7 e del 9 febbraio) e dopo un esposto formale presentato dalla famiglia al dirigente scolastico, subito arrivato all’Ufficio regionale e poi al Ministero, è stato un post su Facebook, poi rimosso, a scatenare l’inferno attorno al cattivo maestro. Un insegnante di 43 anni, con contratto a tempo determinato, in scadenza a giugno che faceva supplenze alle elementari e che sarà subito sospeso.

Lui si è giustificato, anche davanti alle autorità scolastiche, sostenendo che si trattava di un “esperimento sociale” nell’ambito di una lezione sulla Shoah. Peccato che non avesse avvertito nessuno e peccato che lo stesso esperimento-trattamento lo avesse riservato alla sorellina la quale, davanti a una classe di bimbi indignati, è stata “interrogata” e le sarebbe stato chiesto perfino se sapesse parlare l’italiano. Umiliata fino a farla piangere. Come hanno raccontato i compagni a casa.

"E’ significativo – dice l’avvocato Silvia Tomassoni – che la vicenda sia emersa dai racconti degli altri bambini". Il resto di una brutta pagina per la scuola, che ha sollevato le coscienze, sono l’esposto, il procedimento disciplinare e la denuncia che sta predisponendo il legale per depositarla stamattina in procura. Foligno intanto si interroga sull’accaduto e molti genitori – impegnati nei colloqui a scuola – ieri stentavano a credere a questa brutta pagina di razzismo. Anche se alla fine, sono stati proprio i bimbi a vincere l’intolleranza. Hanno “denunciato” e, in classe si sono ribellati: una bambina si è alzata e ha perfino tentato di girare il banco del compagno. Per guardarlo negli occhi.

LA GIUSTIFICAZIONE - "Si trattava solo di una sperimentazione didattica che puntualmente ho annunciato ai ragazzi": è quanto ha detto il maestro. Il docente è stato intervistato da «Porta a Porta»

IL MINISTRO - "Ho chiesto agli uffici di intervenire immediatamente. Le strutture territoriali del Ministero stanno predisponendo provvedimenti urgenti a tutela della serenità degli alunni. La scuola è luogo di inclusione ed è di tutti", queste nel pomeriggio di ieri le prime parole, su twitter, del ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, sul caso di presunto razzismo su un bimbo di colore, di cui si sarebbe macchiato il maestro. Parole che già anticipavano la decisione. Poche ore dopo, infatti, è trapelato dal Miur che l’insegnante "sarà sospeso dal servizio in via cautelare".

LE REAZIONI (a cura di Stefano Cinaglia)Valanga di reazioni politiche sullo sconcertante caso di razzismo nella scuola elementare. "Schifo", "disgusto", "apartheid", alcune delle parole usate per commentare l’assurda vicenda, in attesa di chiarimenti. "Ho presentato un’interrogazione al Governo – annuncia Nicola Fratoianni, parlamentare di Leu e segretario di Sinistra Italiana, che abita proprio a Foligno –, perché bisogna vederci chiaro. Voglio sapere se questa mostruosità è per davvero accaduta e in che modo. Io mi auguro di no, per il bene di tutti. Fino a qualche tempo fa, una cosa del genere non sarebbe nemmeno stata immaginabile". Interrogazione parlamentare anche da Alessia Morani (Pd). La presidente della Regione, Catiuscia Marini, parla di "episodio gravissimo ed estraneo ad una cultura diffusa di rispetto che la terra umbra e la sua gente ha sempre avuto". Chiede immediata chiarezza sulla vicenda la presidente del Consiglio regionale, Donatella Porzi. «LA MAGGIORANZA di governo sta portando il Paese su una strada pericolosa. Ormai chiunque, persino un educatore, si sente autorizzato ad avere comportamenti razzisti, con la risibile motivazione di un esperimento sociologico. Salvini condanni questi gesti», afferma la senatrice Vanna Iori, capogruppo Pd nella Commissione Istruzione. "Indigna e scuote la vicenda di razzismo nella scuola di Foligno. Se confermata, saremmo di fronte all’inaccettabile sovvertimento di una delle funzioni cardine del sistema educativo", dichiara il senatore di Forza Italia ed ex presidente del Senato, Renato Schifani. "Se i fatti di Foligno saranno accertati, il maestro non dovrà più mettere piede in nessuna scuola italiana". così su Facebook il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti. "Mettere un bambino faccia al muro sarebbe un esperimento sociale? Ma per piacere! – tuona Mara Carfagna, deputata di FI – Siamo vicini alla mamma e ai suoi bambini. Ci auguriamo che il Governo trovi le parole per dire a tutti, e con chiarezza, che siamo in Italia, non nel Sudafrica dell’apartheid". Per Mariastella Gelmini, presidente dei deputati di FI ed ex ministro dell’Istruzione, «Foligno è il simbolo del degrado raggiunto dalla nostra società; da mettere all’angolo sono solo certi cattivi maestri". "L’Italia civile e tutta l’Umbria sono indignate – così Walter Verini, deputato umbro del Pd –. Chi governa, e in particolare il ministro Salvini, dovrebbe farsi un serio esame di coscienza".

I FRATI DI ASSISI - "Episodi anacronistici fuori dal tempo, fuori dalla storia, fuori dall'umanità. In merito a quanto successo nella scuola di Foligno auspichiamo si faccia chiarezza e se fosse confermato quanto accaduto - dice il custode del Sacro Convento di Assisi, padre Mauro Gambetti - chi ha responsabilità prenda seri e significativi provvedimenti. Qualsiasi forma di xenofobia va condannata e perseguita". Il direttore della Sala Stampa del Sacro Convento di Assisi, padre Enzo Fortunato, ricorda anche che "la città di Foligno ci ricorda uno dei gesti più inclusivi della vita di San Francesco quando vendette tutto per dare dignità all'uomo".