Luca Attanasio, parla la suora che fu "salvata" dall'ambasciatore: "Uomo dal cuore grande"

La religiosa di Spoleto fu aiutata dal diplomatico che oggi ha perso la vita in Africa insieme al carabinieri Vittorio Iacovacci e a Mustapha Milambo, l'autista

L'ambasciatore Luca Attanasio (Ansa)

L'ambasciatore Luca Attanasio (Ansa)

Spoleto (Perugia), 22 febbraio 2021 - "Luca Attanasio era un uomo dal cuore grande, un bravissimo italiano di cui dobbiamo andare fieri": a parlare all'Ansa è suor Annalisa Alba, la religiosa delle Suore della Sacra Famiglia di Spoleto, per 14 anni missionaria in Congo, 'salvata' l'estate scorsa dal Covid, mentre era in missione nel Paese africano, grazie al rimpatrio con un volo dell'Aeronautica militare organizzato dall'ambasciatore ucciso. Dopo i primi contatti telefonici, intercorsi durante la malattia della religiosa (giunta a Ciampino il 31 agosto), i due si erano conosciuti personalmente a fine settembre, quando il diplomatico aveva fatto visita alla curia generalizia dell'istituto religioso, a Roma.

"Quando ero ricoverata in ospedale - ricorda suor Annalisa - mi diceva sempre di avere coraggio, che non sarei morta, e che quando fossi uscita mi sarebbe venuto a trovare. Ha mantenuto la promessa e anzi mi aveva detto che il prossimo aprile, quando sarebbe tornato in Italia, ci saremmo rivisti, sempre a Roma".

La suora ora presta servizio all'economato della casa di riposo San Giuseppe per suore anziane e malate, a Spoleto. Qui oggi la notizia dell'attacco è giunta come un fulmine a ciel sereno. "L'ho saputo dalla televisione e non potevo crederci - dice ancora suor Annalisa -, poi ho chiesto notizie alle tante conoscenze che ho ancora in Congo e mi hanno confermato. Ho pianto tanto, pensando anche a quella povera moglie. Come lei Luca era una persona semplice, che sapeva metterti a tuo agio. Mi aveva detto lui di chiamarlo per nome e di lasciare da parte i titoli".

Una tragedia inaspettata, avvenuta comunque in un contesto difficile che la religiosa conosce bene, essendo stata in missione proprio nella zona della città di Goma, nella parte orientale del Paese. "Sono territori di confine molto pericolosi - continua la suora -, dove ci sono morti ogni giorno. La situazione lì è drammatica e io vedevo scene che facevano rabbrividire. Ma nessuno interviene e noi missionarie cerchiamo di dare una mano come possiamo, anche con piccoli progetti. Lo stesso faceva Luca. Ora temo tanto per i congolesi, il Paese sarà ancora più segnato da questa vicenda".