SOFIA COLETTI
Cronaca

L’evento Il teatro secondo Monica Guerritore

La celebre attrice porta in scena “Ginger & Fred“ dal film di Fellini. Stasera a Todi, da domani a venerdì al Morlacchi di Perugia

L’evento Il teatro secondo Monica Guerritore

Perugia

Torna in Umbria la signora del teatro italiano. Questa sera al Comunale di Todi e da domani a venerdì al Morlacchi di Perugia Monica Guerritore porta in scena “Ginger & Fred“ (nelle foto), spettacolo nel quale adatta e dirige per il teatro il film capolavoro di Federico Fellini. Con lei sul palco Massimiliano Vado e, in ordine alfabetico, Alessandro Di Somma, Nicolò Giacalone, Francesco Godina, Diego Migeni, Lucilla Mininno, Valentina Morini e Claudio Vanni.

Monica, ma come è scattata la scintilla per Fellini?

"Viene da “L’anima buona di Sezuan“ che ho anche portato al Morlacchi. Lavorando sul testo di Brecht e le intuizioni di Strehler ho scoperto ispirazioni e similitudini con Fellini. Così mi sono immersa nel suo mondo e mi sono imbattuta in questi personaggi in cerca d’autore e di un palco dove essere rappresentati. Il palco è lo show di una televisione privata. Una realtà che Fellini ha intuito nell’85 e che avrebbe trasformato lo spettatore in consumatore".

Ma chi sono i protagonisti di “Ginger & Fred“?

"Un’umanità spaesata e sola, personaggi che in realtà sono sosia che imitano altri: sperano di ritrovarsi sotto i riflettori ma serviranno come “materiale“ per riempire gli spazi tra una pubblicità e l’altra. In questo mondo di sosia si inseriscono erroneamente Ginger e Fred, due professionisti che sono stati grandi ballerini. Tornano per ballare e per riannodare il filo dell’armonia e forse di un grande amore interrotto".

Quanto ha messo di suo nel passaggio dal cinema al teatro?

"Mi sono lasciata andare all’intuizione di Fellini, i luoghi scenici e del cuore sono gli stessi del film: l’arrivo pieno di aspettative, la sala trucco dove ogni personaggio svela la sua verità e infine lo show televisivo. Fellini non aveva sceneggiatura, lavorava in base all’intuizione del momento e questo porta lo spettacolo ad essere imprevedibile, divertente e molto ricco visivamente".

Il cuore dello spettacolo?

"C’è una vena che tiene con il fiato sospeso lo spettatore in maniera misteriosa e delicata: il filo nascosto che c’è tra Ginger e Fred, alimentato soprattutto dall’aspettativa del personaggio femminile a cui Fellini attribuisce una capacità di futuro e di gioia. Un desiderio di vita che resta incompiuto, con battute memorabili".

E’ vero che il pubblico viene coinvolto direttamente?

"Certo, anche quello del Morlacchi e del Comunale sarà chiamato a interagire come succede negli studi tv, con applausi, risate e silenzi a comando. E qui c’è lo scarto, c’è quel teatro “politico“ che fa prendere coscienza e consapevolezza del mondo in cui viviamo. Il pubblico teleguidato capisce che in tv niente è vero, non c’è talento, creatività, grazia".

E’ complicato essere Ginger?

"Molto, non ha nulla a che vedere con i miei personaggi precedenti. Le ho dato una leggerezza un po’ caratteriale, è stato divertente e umano giocare con il rapporto con l’età. Ho anche preso lezioni di tip tap".

Con il Morlacchi ha un rapporto strettissimo..

"Mi ha sempre accolto fin dai tempi dei Masnadieri, lo conosco nei più piccoli meandri, so qual è la fila dove si sente meno bene e bisogna alzare un po’ la voce. In questa città ho molti luoghi del cuore e sento il forte appoggio del Teatro Stabile e del direttore Marino. A Spoleto c’è stata la prima nazionale de “L’anima buona di Sezuan“, a Città di Castello il ridebutto con “Giovanna D’Arco“.

E dopo il teatro cosa l’aspetta?

"Sarò a Sanremo per girare le ultime scene di “Vita di Carlo 3“ con Carlo Verdone che nella terza stagione è chiamato a presentare il Festival di Sanremo. Sto finendo di doppiare una grande serie per Netflix “Inganno“ e a ottobre girerò il film su Anna Magnani. Ho letto la sceneggiatura nei teatri, anche a Spoleto in estate".