
A distanza di pochi anni dal progetto per la realizzazione di un parco eolico alle pendici del monte Peglia, un’analoga iniziativa torna a far discutere e a suscitare clamore. Questa volta le pale eoliche dovrebbero sorgere su un terreno di proprietà dell’Opera del Duomo, nella zona pianeggiante e ventosa dell’altopiano dell’Alfina, a pochi chilometri dall’area già individuata per l’altro, controverso progetto, relativo all’impianto sperimentale per lo sfruttamento dell’energia geotermica.
Le pale eoliche in questione sono sette, in grado di produrre ognuna sei megawatt di energia. Tre pale si conta di installarle sui terreni dell’Opera nel comune di Castel Giorgio e le altre quattro su terreni di proprietari privati, nel confinante territorio di Orvieto. L’azienda che ha presentato il progetto è la Renewables Italia con sede a Roma, specializzata nella produzione di energia elettrica. La progettazione è stata affidata ad una società calabrese, la cosentina News Development che si occupa di servizi di ingegneria integrata e alla palermitana Vamirgeoind. Il progetto per la realizzazione del parco eolico a cavallo tra i due comuni è in fase di valutazione al ministero della Transizione ecologica e l’iter sarebbe giunto quasi alle battute finali. Del parco eolico non è stata data alcuna informazione ufficiale; la notizia sta circolando in questi giorni in maniera frammentaria e già serpeggia un certo malumori negli ambienti vicini a gruppi ed associazioni ambientaliste. Gli investimenti nel campo delle energie alternative hanno infatti sempre trovato nell’Orvietano una ferrea opposizione da parte degli ambientalisti, sia per i possibili effetti collaterali come nel caso della geotermia per la quale si paventano addirittura rischi di terremoto, sia per le dimensioni dei progetti come accaduto recentemente con il grande impianto fotovoltaico che un’azienda avrebbe voluto realizzare su un’ampia distesa di terreno agricolo, compreso tra Morrano e le pendici del monte Peglia.
Un piano quest’ultimo che è stato per ora bloccato proprio a causa dell’eccessiva estensione di terreno interessato. Il Peglia era stato scelto anche per un altro parco eolico che però venne bocciato a causa dell’impatto visivo ritenuto fuori scala. Cla.Lat.