Le Rianimazioni si svuotano dopo 80 giorni

Covid, nessun paziente in terapia intensiva. Nel 2022 era accaduto solo altre quattro volte (a giugno). Positivi ancora in calo

Nelle Rianimazioni degli ospedali umbri non ci sono più pazienti affetti da Covid. Ieri, dopo 80 giorni, per la prima volta la casella Terapie intensive registra il numero "zero". Una autentica rarità da quando è iniziata la pandemia: basti dire che quest’anno un dato simile era stato regsitrato soltanto in altre quattro occasioni, dall’8 al 18 giugno. In quel lasso di tempo quattro volte le Rianimazioni si erano svuotate dai malati di Sars Cov 2. Un dato molto significativo quindi, che conferma una volta di più quanto il virus si sia indebolito da un lato e quanto abbiano aiutato i vaccini dall’altro.

Se dunque non ci sono più pazienti Covid nelle terapie intensive degli ospedali umbri, ieri mattina alle risultavano 126 pazienti positivi ricoverati, quattro in meno in lunedì secondo quanto riporta il sito della Regione. Nell’ultimo giorno sono emersi 358 nuovi casi, 515 guariti e altri due morti, con gli attualmente positivi ora 2.726, 169 in meno rispetto alle 24 ore precedenti. Sono stati analizzati 2.799 tra tamponi e test antigenici, con un tasso di positività pari al 12,79 per cento, in leggero calo rispetto al 13,6 per cento di martedì della scorsa settimana.

La curva epidemica è dunque nella sua fase di "plateau", con un numero di positivi che difficilmente tenderà a calare in modo repentino o azzerarsi come accadde nell’estate del 2020: il virus circola in modo importante ed è probabile che possa riprendere a farlo anche con la riapertura delle scuole, prevista per la prossima settimana. Su questo si è espresso Luca Gammaitoni, docente di Fisica all’Università di Perugia e che segue da vicino l’andamento della pandemia in Umbria. "Cosa succederà nei prossimi mesi – si chiede – Molto dipenderà da quello che si verificherà nelle prossime due o tre settimane. Uno scenario altamente probabile (dobbiamo sempre parlare di probabilità) è che con la ripresa delle attività ad elevata socializzazione (scuola, fabbriche, trasporti) avremo una ricrescita dei contagi, dovuta al fatto che il virus circola ancora abbondantemente tra noi".

" Se questo sarà – continua –, non dovremo preoccuparci più di tanto ma, piuttosto, mantenere viva l’attenzione verso atteggiamenti prudenti (mascherina nei luoghi chiusi e affollati) e vaccinazione per le persone fragili. A meno di nuove varianti molto diverse – conclude Gammaitoni –, la copertura vaccinale ci consente di sperare in ondate future sempre più deboli".