
Laura Santi, la Procura apre un fascicolo dopo la sua denuncia
Un altro passo avanti nel caso di Laura Santi. La procura di Perugia ha aperto un fascicolo a carico di ignoti dopo la denuncia per omissione di atti d’ufficio nei confronti della Asl Umbria 1 sporta dalla 48enne perugina. La donna è affetta da una forma progressiva e avanzata di sclerosi multipla e lamenta la mancanza di "una risposta completa che consenta di concludere la procedura per accedere all’aiuto al suicidio assistito". Secondo quanto appreso è un atto dovuto dopo la formalizzazione dell’esposto. La denuncia è stata consegnata ai carabinieri e ora è stata depositata in Procura guidata da Raffaele Cantone. È stata presentata dalla Santi attraverso il suo legale, l’avvocato Filomena Gallo. Della vicenda si sta occupando l’associazione “Luca Coscioni“ dove Laura ricopre l’incarico di consigliera generale. Nei giorni scorsi Santi ha anche avviato un’azione civile. Ha infatti depositato un ricorso d’urgenza in tribunale in cui si chiede "un ordine del giudice nei confronti dell’azienda sanitaria che deve adempiere al completamento della procedura di verifica e il parere del Comitato etico". La prima udienza in tribunale è prevista il 20 giugno.
L’associazione Coscioni ha intanto reso noto di avere scritto a tutti i consiglieri regionali umbri per chiedere la disponibilità a sottoscrivere o presentare attraverso un’iniziativa diretta la proposta di legge "Liberi subito" sull’aiuto alla morte volontaria assistita. "In cinque Regioni stiamo depositando questa proposta attraverso l’iniziativa legislativa popolare. In altre attraverso l’iniziativa dei Comuni – fanno sapere il tesoriere e la segretaria Nazionale dell’Associazione Luca Coscioni, Marco Cappato e Filomena Gallo -. Ci auguriamo che la Regione Umbria si voglia assumere la responsabilità di un dibattito aperto e di decisioni chiare. Qualunque possa essere l’esito, girare la testa dall’altra parte è un atteggiamento irresponsabile che lascerebbe il sistema sanitario regionale impreparato nel dare risposte alle sofferenze delle persone malate. Infatti, ciò che la proposta di legge prevede sono tempi e procedure certe nell’ottenere una risposta da parte del sistema sanitario, per impedire che chi soffre debba aspettare mesi o addirittura due anni come capitato, tra gli altri, anche a Federico Carboni nelle Marche, la prima persona ad accedere in Italia all’eutanasia".
Silvia Angelici