DANIELE CERVINO
Cronaca

L’artigiano della storia. "Io, una vita a collezionare libri e cartoline"

"Ho oltre sedicimila testi. Conservo anche dischi fumetti e quotidiani"

Il perugino doc mostra la sua raccolta in Corso Garibaldi

Perugia, 16 agosto 2019 - Dentro il locale al «Borgo d’Oro» c’è una frase affissa alla parete: «Ricordare è rivivere», recita. Tutto intorno migliaia di libri antichi, riviste e quotidiani, documenti. Anche dischi e videocassette. Qui, tra pagine preziose conservate con cura per anni, Adriano Piazzoli ha costruito la sua macchina del tempo. «Dico sempre: rivango il mio passato, il presente mi lascia indifferente e del futuro non me ne frega niente». Il perugino è la memoria storica della città. Ha 78 anni, è stato anche campione di boccette. Illustra con passione e sentimento la sua immensa raccolta. Lui, uno dei soci fondatori dell’associazione Numismatico Filatelica «Vermiglioli» ed ex consigliere della Società di Mutuo Soccorso, è uno dei più grandi collezionisti di Perugia. Ha iniziato a conservare materiale fin da ragazzo e oggi oltre ad una immensa biblioteca dispone anche di una preziosa collezione di cartoline.

Nei due locali in corso Garibaldi (uno concesso in comodato gratuito da Franco Piazzoli, l’altro del Comune) ci sono oltre sedicimila libri, più di tremila dedicati a Perugia e all’Umbria, inventariati a mano su dei fogli di carta. «Non uso il computer, appunto tutto a penna», dice. È sempre vissuto in Corso Garibaldi. Da quando da bambino vendeva caramelle: «Avevo dieci anni – ricorda –. Mio padre staccava i biglietti al Cinema Carmine, l’attuale PostModernissimo. Con la camicetta bianca, giacchetta e farfallino, vendevo caramelle da 5 lire e le Rossana da 10. In galleria i signori mangiavano le più care».

Ha frequentato le scuole medie in via Bartolo, poi ha cominciato a lavorare in legatoria da apprendista. «La mia passione per il collezionismo è nata così, facevo il rilegatore di libri. Poi sono entrato in Comune, 37 anni da impiegato ai lavori pubblici in centro. Dal 1996 sono in pensione. Non ho ereditato nulla, i miei nonni erano contadini. Ho costruito tutto da solo nel tempo. Mia moglie diceva sempre: Entra la roba e usciamo noi altri... ».

I fumetti originali di Topolino sono conservati accanto alle poesie di Carducci e ai film di Totò. I gialli Mondadori fanno compagnia ai volumi sulla Chiesa e alle riviste “Grand Hotel” dal 46. E ancora testi e gadget sul Perugia calcio. Come il cuscino biancorosso della stagione 1978-79: «Guardi com’è nuovo. Lo davano in tribuna». Poi mostra una bottiglia di liquore: «All’epoca c’era anche l’Amaro di Torgiano, con la foto della squadra sul vetro. È vuota ma non l’ho bevuta», sorride. E quando gli si chiede qual è l’oggetto a cui è più affezionato risponde: «Sono legato a tutto. Molti ragazzi mi contattano per scrivere la tesi di laurea, li aiuto volentieri. Sempre se il libro che cercano non si trova sugli scaffali lì in alto... ».

Adriano, ma qual è il pezzo più antico che custodisci?

«Ho un volume del 1478 di Crispolti, che parla della storia di Perugia. Ma io non ci commercio, non ho mai fatto le bancarelle. Non sono buono a chiedere i soldi, resterei senza una lira. Ho anche un oggetto molto raro. Se ti svelo la sua storia... ».

Raccontacela...

«E’ il libro di Licio Gelli, lo trovai in via Pellini. Si chiama Fuoco, è del 1940. Finita la guerra, per non far venire a conoscenza del passato fascista, fecero sparire tutti o quasi gli esemplari. Quando venne fuori la vicenda della loggia massonica P2, alcuni colleghi in Municipio mi dissero: Tu che c’è tanti libri, mica c’avrè anche questo? Ti ammazzano. Ebbi paura. Sai che feci? Presi un giorno di ferie e stetti a casa. Al rientro al lavoro, dissi: “Signori, chiuso l’argomento. Sono stato nel covo dei fascisti e l’ho venduto, me lo hanno pagato bene”. Invece era una bugia. Il libro è sotto chiave in un luogo sicuro».

Adriano, collezioni anche francobolli...

«Sono uno dei fondatori del primo Circolo Vermiglioli. Negli anni 60 ci riunivamo in via Bonazzi, a casa, eravamo un gruppo di sette persone. Ma da quando hanno realizzato i francobolli gommati ho smesso di prenderli».

La sua grande passione sono le cartoline. Quante ne ha?

«Oltre 25mila, delle quali più di cinquemila antiche, datate anche 1800. Guardi questa, mostra Palazzo Cesaroni quando era un albergo, il Palace Hotel. La sede della Regione infatti ospitava fino al 1921 stanze da letto e ristorante. Quest’altra invece raffigura Piazza Danti, prima che costruissero il Cinema Turreno. In collezione ho le immagini storiche di Assisi, numerose cartoline di auguri fino agli anni 50, quelle della Guerra, altre umoristiche degli anni 20 e tante ancora. Ma adesso sediamoci un po’ - dice prendendo un vecchio mangianastri arancione –. Questa canzone si chiama Notturno Perugino, la canta Rino Salviati. Vuoi sapere la sua storia? Tutto cominciò quando... »