
Il procuratore generale Sergio Sottani Come in tutta Italia anche nel distretto umbro sono state evidenziate tante criticità e rallentamenti
PERUGIA - Il processo penale telematico in Italia avrebbe dovuto rivoluzionare la gestione di atti processuali e iscrizione delle notizie di reato da parte della magistratura. Ma le difficoltà che il suo sviluppo sta incontrando sembrano vanificare i suoi effetti positivi. Le criticità, già più volte evidenziate, sono state ribadite nel corso di una riunione su piattaforma Teams alla quale hanno preso parte tutti i procuratori umbri e i magistrati dei rispettivi Uffici. Dall’1 aprile tutto doveva essere a regime. "L’1 gennaio, quando la piattaforma App fu introdotta per la prima volta, i problemi riscontrati dagli addetti ai lavori erano tali da rendere il sistema inutilizzabile - ricorda il pg Sottani - A marzo, il Consiglio superiore della magistratura ha formalmente richiesto un rinvio dell’entrata in vigore del sistema. "Il ministro della Giustizia, tuttavia, ha preferito procedere senza posticipi, promettendo che i problemi sarebbero stati risolti entro la fine di marzo". Ma, ricorda ancora Sottani, "l’analisi condotta dalla Struttura tecnica del Cdm, ha confermato che le inefficienze persistono", costringendo molti uffici giudiziari a rinviare ancora. La stessa grave situazione è stata riscontrata nel distretto umbro dove, è stato evidenziato nella riunione del 15 aprile, si registra una carenza anche nell’assistenza agli Uffici da parte del Cisia, il distaccamento territoriale della Direzione generale per i sistemi informativi automatizzati del ministero della Giustizia. I procuratori hanno sottolineato l’altro nodo cruciale che riguarda l’iscrizione delle notizie di reato, fortemente limitata dalla rigidità del software.