REDAZIONE UMBRIA

La pandemia raccontata negli scatti di Fabio

Il fotografo di Tuoro sul Trasimeno ha “fermato“ i momenti di vita quotidiana stravolti dall’arrivo del Coronavirus

C’è più di un anno di pandemia nel racconto fotografico di un professionista che ha scelto di osservare il piccolo borgo in cui vive dall’inizio del Covid fino a oggi e descrivere in che modo, il mondo fino a quel punto conosciuto, stava cambiando. Fabio Magara è un fotografo apprezzato, vincitore di diversi premi di caratura nazionale e ha il suo studio a Tuoro sul Trasimeno.

Come è iniziato questo progetto fotografico sul Covid?

"Mi piace raccontare storie e fine dall’inizio della pandemia ho sempre avuto la macchina fotografica in mano per fermare nella memoria tutte le fasi di questo accadimento nel mio paese. Dal lockdown, fuori per strada quando tutto si è fermato, fino all’intimità della mia famiglia. Volevo raccogliere documenti, l’ho fatto per un anno".

Quali soggetti ha immortalato?

"Battesimi, matrimoni, lauree online, funerali, momenti di vita quotidiana stravolti anche nei gesti più rituali, con la fine degli abbracci e dei baci e l’arrivo delle mascherine e del distanziamento sociale. Il settore dei matrimoni è uno di quelli che ha subìto più danni come tutti gli eventi. Speriamo che nel 2021 la situazione possa riprendere con tutte le accortezze del caso. Io nel 2020 ho fatto circa un 10% dei matrimoni che avevo fissato, la maggior parte sono stati rinviati. Ho lavorato per le aziende e sui corsi di fotografia, mi sono messo in gioco cercando di impegnarmi. Ancora oggi lavoro, ma è stata durissima".

E’ stato un limite per la sua professione aver vissuto la pandemia in un piccolo borgo?

"Quando ho iniziato questo lavoro pensavo che fosse un limite lavorare in un piccolo paese perché vedevo che le figure più importanti della fotografia erano in grandi città. Con il tempo ho capito che lavorare in un paese è una grande risorsa perché diventi una figura di riferimento per una comunità e poi perché mi piaceva l’idea di aprire uno studio nei luoghi che amo. La pandemia è stata una conferma".

Quali sono stati i momenti più emozionanti di questo viaggio nella pandemia?

"Ci sono stati molti episodi emozionanti. Fotografare la mia famiglia ad esempio era una cosa che non avevo mai trovato il tempo di fare. Ma anche il primo matrimonio dopo tanto tempo è stata una festa e una sensazione ritrovata. Ho partecipato anche ad un concorso in cui ho vinto un premio votato dalla giuria per un lavoro su un diario di viaggio in Normandia che si basa sul colore come nelle tavolozze del pittore Monet. Una grande soddisfazione. Ma è stato bellissimo raccontare Isola Maggiore, nel grande vuoto del primo lockdown e poi con la nascita del primo bambino abitante dell’isola dopo 27 anni".

Sara Minciaroni