
Una ventina di opere riportano le atmosfere raffaellesche a Foligno con la mostra ‘Raffaello e la Madonna di Foligno – la fortuna di un modello’, inaugurata ieri a Palazzo Trinci e che avrà degli eventi collaterali anche all’Archivio di Stato nella sezione di Foligno, con l’esposizione documentaria legata a Sigimondo de’ Conti e al Monastero di Sant’Anna, il luogo che custodì a lungo l’opera, con una sezione dedicata a suor Anna de’ Conti.
L’evento è stato voluto in occasione del quinto centenario della morte di Raffaello e resterà aperto fino al 24 gennaio. Tre i curatori dell’evento: Francesco Federico Mancini, Marta Onari e David Lucidi. Una mostra fatta di copie e di derivazioni, che vuole però ricostruire e rendere l’idea dell’importanza dell’originale che, "da quando arrivò a Foligno – ha detto infatti Mancini – subì molti tentativi di concupirla. Ci furono innumerevoli tentativi di acquistarla, come quello della regina di Svezia. Ma a Foligno l’opera di Raffaello ebbe un grande successo, tanto che si reagì con alcune suggestioni iconografiche che finiscono per delinearsi sull’originale, lasciando qualche spazio alla personalizzazione".
La curatrice Onali ha ricordato le iniziative collaterali, come le conferenze realizzate a partire dal 14 agosto e soprattutto la contemporaneità della mostra, con Nicola Samorì che realizzerà un’opera ispirata alla Madonna di Foligno. Da segnalare, evidenziati dal terzo curatore, David Lucidi, l’annullo filatelico e il documentario di Sky sul tema. Previsti anche laboratori e approfondimenti. Per i più piccoli ci sarà ‘Raff4kids’, ‘Raffoligno’, un vero tour per la città per i grandi e ‘Giallo Raffaello’, sui misteri della mostra.
"Anche in momenti come quelli che stiamo vivendo – ha detto il sindaco Stefano Zuccarini – Foligno non può abdicare alla bellezza. Abbiamo scritto più volte che Foligno non si spegne e questa mostra, per la quale ringrazio l’assessore Barili, la dirigente Filippetti e tutti quelli che hanno collaborato, è un segnale che va nella direzione di non farla spegnere".
Alessandro Orfei