LUCA FIORUCCI
Cronaca

"Io posso far tornare tuo figlio". Ex allenatore dal giudice per truffa

Lorenzo Mambrini si era pure “spacciato“ per il marito della figlia di Fidel Castro e aveva millantato conoscenze con le autorità di Cuba. Avrebbe ricevuto dal padre 28mila euro per spese burocratiche .

"Io posso far tornare tuo figlio". Ex allenatore dal giudice per truffa
"Io posso far tornare tuo figlio". Ex allenatore dal giudice per truffa

Si sarebbe “spacciato“ per il marito della nipote di Fidel Castro, con le conoscenze giuste per aiutarlo a far tornare il figlio in Italia e a ottenere l’affidamento esclusivo. In questo modo, insieme ad altre persone rimaste ignote, Lorenzo Mambrini, tifernate ex calciatore scoperto da Serse Cosmi che, ai tempi di Arezzo, lo fece esordire giovanissimo in prima squadra, ed ex commissario tecnico della nazionale di Cuba, avrebbe truffato un padre che avrebbe fatto di tutto per riabbracciare il figlio che era rimasto a vivere sull’isola con la madre, ma, questo il timore del genitore, in condizioni precarie. E il tutto, secondo l’accusa, sarebbe stato anche pagare 28mila euro per sostenere alcune presunte spese burocratiche e per l’"acquisto dei biglietti aerei per il rimpatrio del minore", "per poi addurre a giustificazione del mancato viaggio la distruzione dei documenti e dei biglietti di volo", per poi sparire. Secondo l’accusa, Mambrini avrebbe "carpito la fiducia (dell’uomo, ndr) millantando ottimi contatti con le autorità dell’isola e legami personali con la famiglia Castro, avendo sposato la nipote di Fidel Castro". Nella presunta messa in scena, l’ex calciatore, per il quale ieri si è aperto il processo di fronte al giudice monocratico di Perugia, "gli ha procurato un incontro in videochiamata con presunti funzionari del governo, quali persone di fiducia cui conferire una procura per seguire e garantire in tempi brevi il buon fine della pratica di affido del minore". A quella telefonata, avrebbe fatto seguito anche un incontro con un "sedicente notaio". Mambrini, difeso dall’avvocato Luca Gentili, vive da tempo all’estero, non era presente all’udienza con la quale il processo è stato incamerato dopo aver compiuto le operazioni preliminari. Come già sostenuto dal suo difensore, respinge le accuse, negando di aver millantato conoscenze diverse da quelle reali, e di avere diversi testimoni a suo favore, pronti a deporre anche in videoconferenza. Il dibattimento riprenderà il 4 aprile quando saranno sentiti i primi testimoni citati dalla pubblica accusa.