
Sarà l’autopsia, nei prossimi giorni, a fare luce sulla vicenda del trentacinquenne montonese trovato morto venerdì scorso nell’abitazione di una donna di Umbertide, sua conoscente. Sul decesso aleggia il sospetto della overdose, anche se gli inquirenti, allo stato attuale, non escludono altre motivazioni quali un malore o l’assunzione di un farmaco risultato letale su un corpo già comunque messo a dura prova da una annosa storia di dipendenza da sostanze stupefacenti. Anche la donna, trentottenne, ha una storia simile e difficile alle spalle. Dietro due ottime e stimate famiglie, colpite durissimamente da una vicenda che ha sconvolto una intera città, divisa tra chi comprende e compatisce e chi invece punta il dito, ergendosi a facile giudice prima che la magistratura abbia accertato tutti i fatti. Magistratura rappresentata in questo caso da un Pm noto e rigoroso come Giuseppe Petrazzini. Ad ogni modo, stando alla cronaca, se l’esame autoptico dovesse confermare la morte del giovane montonese per overdose, allora le indagini, tutt’ora in corso, dovranno accertare oltre al tipo e alla quantità di sostanza psicotropa letale, anche la sua provenienza, l’eventuale responsabile della cessione, la congruità dei tempi del soccorso, gli eventuali presenti nella casa dove il trentacinquenne è spirato e le loro possibili responsabilità. Al lavoro gli uomini della stazione dei carabinieri di Umbertide (nella foto il comandante Antonio Raganato) che nel primo pomeriggio di venerdì hanno effettuato i riscontri nell’abitazione.
Pa.Ip.