In aumento i furti di beni culturali. Nel mirino chiese, archivi e biblioteche

In aumento i furti di beni culturali. Nel mirino chiese, archivi e biblioteche

In aumento i furti di beni culturali. Nel mirino chiese, archivi e biblioteche

Sono in aumento i furti di beni culturali in Umbria. Stando, almeno alle denunce, ricevute dai carabinieri del nucleo per la tutela del patrimonio culturale di Perugia: 14 denunce rispetto alle 8 dello scorso anno. Spesso e volentieri, sono riferite a sparizioni avvenute nel passato che vengono formalizzate al momento del ritrovamento. Il che descrive un altro fenomeno: l’efficacia del sistema di ricerca e controllo. Si tratta prevalentemente di beni archivistici e bibliografici, il cui mercato rimane molto florido vista la nutrita schiera di appassionati, oppure di colpi messi a segno in seconde case. Sei furti riguardano ammanchi riscontrati in archivi e biblioteche pubbliche o ecclesiastiche; quattro furti avvenuti in abitazioni o locali privati; quattro in luoghi di culto. Il valore dei beni culturali recuperati dagli specialisti che operano sul territorio umbro è stimato in 116mila euro. Nell’ultimo anno sono state denunciate, complessivamente, 61 persone, mentre i beni controllati nella banca dati specifica sono stati 1.402, 181 gli esercizi commerciali e antiquari passati al setaccio. Sono stati recuperati 339 beni antiquariali, archivistici e librari, 262 reperti archeologici di cui 66 integri e 132 relativi a numismatica archeologica. E allo stesso tempo, sono state sequestrate 11 opere d’arte contemporanea contraffatte. Il nucleo Tpc di Perugia, inoltre, in stretta collaborazione con l’Arma territoriali e con il supporto tecnico-scientifico dei funzionari delle soprintendenze Archeologia Belle Arti e Paesaggio e Archivistica e Bibliografica, ha monitorato i siti archeologici, le aree di interesse paesaggistico nonché dei vari siti Unesco del territorio. Sono stati controllati 94 siti tutelati da vincoli paesaggistici e monumentali e 159 aree archeologiche. I carabinieri si sono portati anche all’interno di musei, biblioteche e archivi di Stato, in 14 casi, "riscontrando una generale buona condizione delle misure di sicurezza".