Il vescovo: "Ognuno di noi è costruttore di pace"

Gubbio, nell’omelia del primo gennaio monsignor Paolucci Bedini ha sottolineato l’importanza all’assistenza ai più fragili

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"Ognuno di noi è costruttore di pace, una condizione che si crea dalle piccole cose". Forte l’appello lanciato dal vescovo di Gubbio, Luciano Paolucci Bedini, nel corso dell’omelia della festività di Maria SS Madre di Dio, celebrata il 1° gennaio. Il presule ha pronunciato un importante richiamo alla concordia e all’assistenza dei più fragili, che spesso sono degli insospettabili.

"In questo tempo – ha detto – tra coloro che soffrono di più ci sono i nostri figli, i nostri giovani. Non possiamo girarci dall’altra parte, di fronte a questo, e dobbiamo cercare dentro di noi i modi per non lasciarli soli e diventare come Dio che non dimentica nessuno". Il 1° gennaio si celebra la maternità di Maria ma anche la Giornata mondiale della pace: "Le Giornate mondiali – ha detto Paolucci Bedini – sembrano sottolineare quello che c’è e quello che non abbiamo. La stessa celebrazione della Maternità di Maria ci ricorda che il bambino di Betlemme è sorgente di pace, colui che può custodirla o rinnovarla".

Quindi il richiamo al messaggio del Papa: "Che cosa abbiamo imparato in questi tre anni di pandemia? La più grande lezione che ci lascia il Covid è la consapevolezza che nessuno si salva da solo e che il tesoro più grande è la fraternità umana". Con la celebrazione, gli eugubini hanno potuto portare nelle proprie case anche la "Luce della pace". La fiamma è partita da Betlemme e ha raggiunto Gubbio grazie allo scoutismo internazionale. A Gubbio c’è arrivata su iniziativa del gruppo degli scout adulti del Masci e si trova nella chiesa di San Marziale, custodita dalle sorelle del Piccolo testamento di San Francesco. Nella giornata del 1° gennaio c’è stata la celebrazione, con i fedeli che hanno potuto portare un po’ di "Luce della pace" nelle proprie abitazioni accendendo una piccola candela all’interno del vaso di vetro.

La Luce è stata accesa nella basilica della Natività a Betlemme, proprio dalla lampada che arde da secoli accanto alla mangiatoia, alimentata dall’olio donato a turno da tutte le nazioni cristiane della terra. A dicembre, ogni anno, da quella fiamma ne vengono accese altre e vengono diffuse su tutto il pianeta come simbolo di pace e fratellanza fra i popoli. La Luce della pace è arrivata in Italia, per la prima volta, nel 1986.

Alessandro Orfei