ENZO BERETTA
Cronaca

Il ricatto a luci rosse scatta nel confessionale

Racconta di aver fatto sesso con un superiore e il confessore gli chiede foto porno

Il prete aveva avuto una storia d'amore con la sua parrocchiana

Perugia, 6 novembre 2014 - Ricatto a luci rosse nel confessionale. E’ quanto emerge da un verbale di sommarie informazioni reso da un religioso ai carabinieri di Todi impegnati in un’indagine di droga che a settembre ha portato all’arresto di 15 albanesi. L’allora novizio ventenne racconta in caserma di aver confidato al suo confessore padre Alberto Bastoni, 48enne ex rettore del santuario di Collevalenza, già travolto dallo scandalo sulla cocaina e gli incontri gay, intercettato nell’ambito della stessa inchiesta ma non indagato) di aver avuto rapporti sessuali in convento con un altro religioso.

«NON ERANO rapporti consenzienti. Pretendeva sesso, altrimenti sarei stato mandato a casa e non avrei più avuto la possibilità di entrare in nessun altro convento. Nell’autunno 2011 lo abbiamo fatto tre volte in meno di un mese e mezzo». L’odissea del giovane non sarebbe finita lì in quanto don Bastoni — secondo quanto dichiarato in caserma — «quando mi ero trasferito nel Sud Italia pretendeva che gli mandassi foto delle mie parti basse, altrimenti avrebbe riferito ai miei superiori quanto da me rivelato in confessione riguardo a quella vicenda».

Nel verbale reso dinanzi al maresciallo Bartolomeo Aleo e all’appuntato Carlo Carlini, quattro pagine a disposizione dei difensori degli albanesi, il novizio spiega di essere arrivato al convento umbro l’11 ottobre 2011: «Andavo a confessarmi ogni settimana al santuario dell’Amore Misericordioso di Todi».

Il 22 novembre il giovane prepara di nuovo le valigie per trasferirsi in altro monastero, quando compaiono sul display del cellulare gli sms di Bastoni. Gli risponde che è un "pedofilo", ma alla fine cede: "Mi sono fotografato in mutande e gli ho inviato un mms". Ai carabinieri illustra i fatti: "Tentai di rifiutarmi dall’avere rapporti con quel religioso ma lui iniziò a trattarmi con durezza e ad usare violenza psicologica. Mi diceva che me ne dovevo andare e che non ero degno di stare in convento, che ero pazzo e che a causa della separazione dei miei genitori avevo problemi psicologici. Aggiunse che non ero portato alla vita monastica". Incerta sul da farsi, la vittima racconta tutto a un superiore e si trasferisce in un convento fuori regione.

"Volevo sporgere denuncia ma fui invitato a desistere. Piuttosto sono stato incitato a scrivere una lettera nella quale avrei dovuto riportare che di mia spontanea volontà uscivo dall’Ordine. Ho preferito dimenticare l’accaduto per non pregiudicare una mia eventuale entrata in qualche comunità ecclesiale". La presunta violenza privata commessa da Bastoni è invece un reato procedibile d’ufficio, sul quale il pm Manuela Comodi intende ora puntare i fari.