Il Pozzo della Cava nel patrimonio dell’Unesco

Sono due i siti orvietani nel prestigioso elenco della rete mondiale dei “Musei dell’acqua“

ORVIETO Il Pozzo della Cava entra nella Rete mondiale dei Musei dell’acqua dell’Unesco. Dopo il pozzo di San Patrizio, entrato lo scorso, anche i sotterranei del quartiere medievale sono a pieno titolo nell’iniziativa-faro dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura. La rete mondiale dei Musei dell’acqua è una delle "iniziative faro" del programma idrologico intergovernativo dell’Unesco. È una rete in costante crescita, che oggi comprende quasi 80 musei e istituzioni di 30 diversi paesi sparsi su 4 continenti. In Italia i membri sono 18 ed Orvieto è una delle poche città al mondo a poter vantare due siti annoverati nel prestigioso elenco. "Inutile dire che siamo particolarmente felici di essere stati inseriti in questo prestigioso circuito e di essere stati ammessi in autonomia – dice il proprietario della struttura Marco Sciarra – dato che il nostro complesso archeologico copre da solo oltre duemila anni di ritrovamenti legati alla ricerca e alla conservazione dell’acqua ad Orvieto e ben quattro differenti tipologie: l’acqua sorgiva del pozzo, quella piovana della cisterna etrusca, le infiltrazioni raccolte dai cunicoli e l’acquedotto medievale, per cui le nostre fornaci hanno prodotto i tubi in terracotta".