
Il Pd perugino ribolle: "I segretari pensano a piazzare i soliti amici"
Se i segretari comunale e regionale del Pd continueranno a percorrere la strada da tempo intrapresa "la conclusione sarà deleteria: liste elettorali di amici e amichetti, zero autorevolezza, zero rappresentatività e di conseguenza, un candidato sindaco perdente. Viene pensato che perdere la città convenga, alla fine: da un lato si piazzano i soliti noti (comodi e stipendiati), dall’altra si scambia il Comune capoluogo, magari, con una candidatura in Regione del segretario regionale". E’ questa l’ultima presa di posizione dei 7 circoli ribelli Dem di Perugia (Ponte Valleceppi, San Sisto, Santa Sabina, Settevalli, Perugia Nord -Territorio d’Arna, Colle Umberto, Casa del Diavolo-V circoscrizione), su un totale di 19, che da mesi criticano e chiedono un confronto diretto con la segreteria di Sauro Cristofani e Tommaso Bori ma che, a loro dire, non vengono presi in considerazione. E così l’ultima polemica è sul sondaggio che il Pd avrebbe voluto fare per individuare il candidato a sindaco del centrosinistra. "Non abbiamo soldi per pagare dipendenti, per tenere aperte sedi di circolo – scrivono i 7 circoli - per onorare i patti fatti con realtà associative come Felicittà, ma abbiamo migliaia e migliaia di euro da buttare in sondaggi non concordati, inutili e controproducenti". Secondo loro inoltre la questione dei sondaggi evidenzia che c’è un "commissariamento di fatto del segretario cittadino da parte del segretario regionale, che decide e dispone senza sentire Perugia, che è diretta interessata e che ha l’ultima parola su come governare il processo che porta alle amministrative. Un’azione dunque subita senza coinvolgere nessuno. D’imperio. Gravissimo. Se non è un’azione subita – concludono - allora palesa complicità tra i due livelli, che decidono e dispongono senza passaggi di segreteria e di assemblea. Questo vorrebbe dire che il segretario comunale mente".