Il padre di Alex in Procura "Il bimbo era affidato a me"

L’uomo è stato ascoltato per du e ore dal pubblico ministero Manuela Comodi. L’avvocato Scaringella: "La pratica si sarebbe conclusa in due o tre mesi"

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Ha gli stessi occhi azzurri di suo figlio Alex, ma lo sguardo di Norbert Juhasz è spaesato e fissa in basso. E’ arrivato dall’Ungheria per riportare a casa suo figlio, in una piccola bara bianca che nei prossimi giorni lascerà l’Italia. Appena dieci giorni fa era convinto che il suo bambino sarebbe rimasto con lui per sempre, perché il tribunale glielo aveva affidato in via esclusiva, invece non lo rivedrà mai più. Ieri poco dopo mezzogiorno, accompagnato dal suo avvocato Massimiliano Scaringella, l’uomo che non parla una parola d’Italiano ha incontrato il magistrato titolare delle indagini Manuela Comodi in Procura a Perugia "per fornire – ha detto il legale romano esperto di rapporti con l’Ungheria e affiancato da due interpreti – tutte le informazioni utili agli inquirenti affinché chiarezza sia fatta e la morte di un bambino innocente trovi giustizia".

Al magistrato ha riferito di avere avuto con Katalin Bradacs - la madre del piccolo, in carcere con l’accusa di omicidio - una breve convivenza. Dopo la separazione il figlio era stato affidato alla madre ma poi i giudici ungheresi avevano rivisto la decisione disponendo che se ne occupasse il papà. Questi, attraverso l’avvocato Scaringella ha quindi prodotto agli inquirenti il provvedimento originale del tribunale distrettuale di Budapest.

"Con estrema trasparenza mettiamo anche a disposizione gli atti processuali – ha detto l’avvocato al termine delle due ore trascorse in Procura – era una posizione molto lineare, la madre aveva mostrato dei problemi e il padre ha chiesto che venisse cambiato l’affidamento (era prima dato alla madre prevalentemente con diritto di visita da parte sua) il Tribunale Distrettuale di Budapest ha agito anche molto velocemente rendendosi conto della situazione, dando anche disposizione che il provvedimento venisse attuato il giorno dopo. Ma presumibilmente la madre ha anticipato il provvedimento. Si era arrivati alla decisione in due tre mesi che è un tempo congruo ma qualcosa non ha poi funzionato nell’attuazione. Vedremo se qualcuno ha omesso qualcosa, su questo ci sono indagini in corso, ma il Tribunale ha ben lavorato in Ungheria. Non mi sento di muovere alcuna critica in questo senso. Ha affrontato la cosa in tempi rapidi e decisi".

Il legale ha anche formalizzato la costituzione nel procedimento del suo assistito come persona offesa. Norbert ha spiegato che quando si era recato a prendere il bambino, come stabilito dal Tribunale, non aveva trovato né lui né la madre che, probabilmente con l’aiuto di un conoscente, aveva poi raggiunto l’Italia, prima Roma e poi Chiusi trovando ospitalità da un amico della donna il giorno prima dell’omicidio. Si tratta di elementi che starebbero a delineare una fuga della donna organizzata, con tanto di un tentativo di travisare la propria identità.

"Si è tinta e tagliata i capelli" aveva già spiegato Norbert, come emergerebbe anche da un filmato in suo possesso. La Procura di Perugia ha intanto dato il nulla osta per la restituzione della salma del bambino alla famiglia in modo da consentire l’ultimo addio.

Sara Minciaroni