
Un patrimonio genetico unico al mondo: è il Luccio il re del lago Trasimeno e i pescatori preservano questo tesoro con la semina degli avannotti che sta avvenendo proprio in questi giorni. Chissà se un aspetto minaccioso e il suo pessimo “carattere“ abbiano contribuito a rovinarne la reputazione, sta di fatto che fino a non molto tempo fa il luccio era considerato un feroce predatore, capace di distruggere le altre specie ittiche.
Oggi, grazie anche a una maggiore conoscenza della biologia di questa specie e più in generale dei delicati equilibri degli ecosistemi acquatici, al luccio viene riconosciuto il fondamentale ruolo di "regolatore" e "selezionatore" nei confronti delle altre specie ittiche, impedendo, fra l’altro, un’eccessiva espansione di quelle infestanti e comunque predando prevalentemente soggetti deboli o malati. In Umbria l’interesse scientifico nei suoi confronti è sempre stato elevato, tanto da condurre ricercatori universitari a scoprire l’esistenza di una nuova specie di luccio, oltre a quello europeo (Esox lucius), ora chiamata luccio italico (Esox flaviae o cisalpinus). Una scoperta particolarmente importante che ha anche evidenziato come l’unica popolazione pura di “Esox flaviae“ rinvenuta per ora in Italia sia proprio quella del Trasimeno. Ciò è dovuto alla particolare natura del lago umbro e soprattutto al suo isolamento, ma anche all’assidua e costante attività del Centro Ittiogenico del Trasimeno. La campagna riproduttiva e di ripopolamento del luccio, stagionale, era iniziata come ogni anno in febbraio. Con la collaborazione dei pescatori di professione della cooperativa "Pescatori del Trasimeno", i riproduttori sono stati catturati poi trasportati al Centro ittiogenico. Le uova vengono incubate e al momento della schiusa vengono trasferite nelle vasche esterne, dove i piccoli lucci crescono fino al momento della raccolta.
Le operazioni di immissione nelle acque del Trasimeno di avannotti di 6-8 centimetri si stanno svolgendo proprio in questi giorni. "La prima semina è stata di 60mila avannotti – ha spiegato Valter Sembolini della cooperativa pescatori – alla fine saremo intorno a 150mila. Investire sulla salvaguardia della biodiversità sarà il futuro dei nostri territori. Un grazie a chi è stato artefice anche quest’anno e ha contribuito: alla Regione e all’assessore Roberto Morroni, alla funzionaria Lucia Ghetti che con i suoi collaboratori valorizzano il centro Ittiogenico di Sant’Arcangelo, eccellenza umbra, e infine ai pescatori che con dedizione si sono adoperati alla pesca dei riproduttori".
Sara Minciaroni