SOFIA COLETTI
Cronaca

Il Green pass “colpisce“ il cinema "Crollate le presenze nelle arene"

Amarezza e preoccupazione dei gestori per un obbligo che allontana gli spettatori giovani "Impatto catastrofico, per i film all’aperto chiediamo al Ministero di essere equiparati ai ristoranti"

di Sofia Coletti

Il calo di spettatori era nell’aria ma il risultato è andato oltre le peggiori previsioni. L’introduzione del Green Pass ha fatto crollare presenze e incassi nelle sale e nelle arene cinematografiche che in quest’estate di ripartenza avevano puntato soprattutto su film di forte richiamo per i giovani. In gran parte ancora in attesa di vaccinazione e quindi privi della “carta verde“. "Siamo forse il settore che è stato più danneggiato, l’obbligo del Green Pass all’aperto ha avuto un impatto durissimo, nessuno è disposto a farsi un tampone per venire al cinema" dicono amareggiati i gestori umbri. Che nel caso della storica Arena del Frontone a Perugia hanno subìto anche una violenta campagna di insulti sui social.

"Il Frontone – spiega il gestore Mirco Gatti – ha una vocazione popolare, per giovani e famiglie. La prima sera del Green Pass proiettavamo i “Croods 2“ e abbiamo dovuto rinunciare a oltre 60 persone: molti erano ragazzi sopra i 12 anni, non vaccinati e senza tampone". Sulla carta era uno dei film da grandi numeri. "Dico solo che avevamo 90 spettatori, pochi anni fa “L’Era Glaciale 5“ ne richiamò 700". E poi ci sono gli attacchi sui social. "Si è creato un clima di odio e cattiveria, moltissimi ci hanno insultato e minacciato, clienti storici hanno detto che non verranno più, come se il Green Pass fosse una nostra scelta. Noi seguiamo le legge e pensiamo che all’aperto si poteva evitare come per ristoranti e bar. Con Anec abbiamo scritto una petizione al Ministero chiedendo di equipararci ai ristoranti. Siamo in attesa di risposta ma se continua così abbiamo paura di dover chiudere...".

Stessa linea per Pietro Clarici, gestore della multisala Supercinema e dell’Arena Giardino a Foligno. "Certo, c’è stata anche la concomitanza con la Quintana – sottolinea – ma posso dire che il giorno dell’introduzione del Green Pass il calo è stato del 90-95% rispetto alla sera prima, un disastro. Il pubblico non ne comprende l’obbligo per le arene all’aperto, c’è una discrepanza inspiegabile con la normativa valide per altre attività, perché un ristorante adesso fa più presenze di un’arena. Molti, soprattutto giovani non ancora vaccinati, si sono presentati convinti che non servisse all’aperto, è ovvio che se arriva una comitiva di 5 o 6 ragazzi e uno non ha il Green Pass vanno via tutti".

Clarici prosegue: "Ritengo il Green Pass uno strumento utile e spero che l’impatto con pubblico diventi sempre meno gravoso ma introdurlo proprio ora è catastrofico. Soprattutto perché l’industria del cinema ha puntato su un pubblico giovane". Meno pessimista è Romolo Abbati, che gestisce le arene di Todi e Marsciano. "Abbiamo perso il 20% di pubblico, alcuni si sono addirittura rifiutati di mostrare il Green Pass come forma di protesta, ma già dal secondo giorno c’è stato un assestamento. Molto dipende dal target del film, i ragazzi sono tagliati fuori, io ho cambiato programmazione all’ultimo momento".