Il genio visionario di Piranesi alla Galleria

Il museo annuncia la nuova, grande mostra: dal 30 settembre all’8 gennaio 70 incisioni all’acquaforte dedicate alle Vedute di Roma

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Dopo la riapertura con il nuovo e apprezzatissimo allestimento, per la Galleria Nazionale dell’Umbria è il momento di riavviare la stagione delle grandi mostre. Il primo atto, in attesa dell’evento dedicato a Perugino nel 2023, è servito: dal 30 settembre fino all’8 gennaio il museo diretto da Marco Pierini (nel riquadro) ospiterà la mostra “Giovanni Battista Piranesi nelle collezioni della Galleria Nazionale dell’Umbria“, per celebrare il genio visionario del grande architetto, incisore e teorico veneziano. L’esposizione è curata da Carla Scagliosi, responsabile delle collezioni moderne e contemporanee della Galleria e propone 70 incisioni all’acquaforte dedicate alle bellezze antiche e moderne di Roma e dei dintorni tratte dai due volumi delle “Vedute di Roma“, scelte tra le più rappresentative del suo percorso di ricerca e della sua evoluzione stilistica, formale e tecnica. Le “Vedute“ sono l’opera che accompagna l’artista per tutta la vita e copre simbolicamente ogni aspetto della sua produzione e del suo immaginario, tramandando per secoli l’immagine di una Roma filtrata nel malinconico declino e nell’abbacinante convivenza di presente e passato. Il percorso si completa con una videoinstallazione che propone il film d’animazione in 3D “Piranesi, Carceri d’Invenzione 300 anni“ realizzato dall’artista e designer Grégoire Dupond con musica del compositore Teho Teardo in un progetto commissionato dalla Galleria.

Verrà anche pubblicato il settimo volume della collana “Quaderni della Galleria, edito da Aguaplano dedicato alle incisioni piranesiane, anche con edizione limitata, a cui è abbinato il disco in vinile “The Ghost of Piranesi“ di Teardo. La mostra, programmata per il 2020, per il terzo centenario della nascita di Piranesi e rimandata per l’emergenza segna un’importante tappa del “Progetto Piranesi“ avviato dalla Galleria che nel biennio 2018-2020 ha restaurato le 140 incisioni delle “Vedute di Roma“ con digitalizzazione e immissione nell’archivio digitale.

Sofia Coletti