
Un fascicolo sanitario elettrico del cittadino da utilizzare anche come "cartella domiciliare informatizzata" utile allo sviluppo della telemedicina. C’è anche questo tra le nove azioni per un rinnovato Distretto del Trasimeno che punta alla sanità di prossimità per soddisfare i bisogni dei cittadini. La proposta dei sindaci dell’Unione è nel progetto elaborato con gli operatori del distretto e l’Università degli Studi di Perugia e presentato ieri in Regione. I sindaci hanno già chiarito che questo schema riguarda appunto il Distretto e non si sovrappone al dibattito sulla richiesta dell’ospedale Unico che resta tuttora sul tavolo come richiesta alla Regione. Il Piano (che tiene conto anche dell’esperienza maturata nell’anno di pandemia) vede le sei "Case di comunità" distinte per vocazione.
Oltre ai servizi di base come il Cup e attività infermieristica con poliambulatorio, servizio sociale, specialistica ambulatoriale, servizio vaccinale ogni territorio punta sulle sue "specialità": come il Dai a La Pieve, Cori a Passignano (etc.) ma in più serve a Città della Pieve una sede adeguata di pronto soccorso e per Castiglione del Lago è necessaria la realizzazione di una nuova sede stante l’assoluta inadeguatezza di quella attuale. Per Magione servono interventi di ristrutturazione già definiti, al 2° piano dell’immobile dell’attuale sede (diversa collocazione Csm, ampliamento Sree e Consultorio, creazione spazio a norma per vaccinazioni per l’intero CdS Nord); per Città della Pieve si chiede completamento degli interventi di riqualificazione dell’ex ospedale, già in atto, che prevede ancora la realizzazione della Riabilitazione estensiva e l’ampliamento del Centro Dai. Tra le proposte per migliorare i servizi ci sono: lo sviluppo del modello delle Cure Primarie che implica team multiprofessionali, fortemente integrati con gli altri operatori socio-sanitari territoriali; la Costituzione della Centrale di Comunità, cioè una Rete interconnessa, in grado anche di accedere alla diagnostica disponibile presso i servizi territoriali ed ospedaliero che garantirebbe ai cittadini la riduzione dei ricoveri; il potenziamento del modello di Cure Domiciliari per poter effettuare la presa in carico delle situazioni più complesse indicate dalla Centrale di Comunità comprese le cure palliative e l’ospedalizzazione domiciliare; l’ istituzione della Rete Geriatrica Territoriale in considerazione dell’elevato numero di anziani al Trasimeno. Inoltre non è più procrastinabile la realizzazione del Centro Diurno Alzheimer già autorizzato per Tuoro (il Trasimeno è l’unico territorio sprovvisto di questo servizio) e del Centro Diurno Autismo stabilizzando l’esperienza del laboratorio di Panicale.
Sara Minciaroni