Venerdì scatterà la terza fermata estiva dell’Acciaieria targata Arvedi, anche questa senza l’agognato accordo di programma per il sito di viale Brin. Anzi, forse proprio adesso più lontano che mai. Se nella siderurgia nazionale tiene banco il caso Ex Ilva di Taranto, tra i cui possibili acquirenti ci sarebbe anche, seppur non in prima fila, il gruppo Arvedi, a Terni e in Umbria dello sbandieratissimo, almeno fino a qualche mese fa, accordo di programma non c’è più traccia. Così come il miliardo d’investimenti che gli è legato. I sindacati hanno preso atto delle parole del ministro Urso nel tradizionale incontro consultivo di mezza estate. Questo il commento di Rocco Palombella, segretario Uilm: "L’’incontro con il ministro Urso è stata un’occasione di aggiornamento sulla situazione di settori fondamentali come la siderurgia e l’automotive. Purtroppo, però, non abbiamo ricevuto nessuna risposta concreta sulle numerose vertenze aperte, che interessano da anni migliaia di lavoratori". E in particolare "sull’ Ast di Terni vogliamo che si superino gli attuali ostacoli tra azienda e amministrazione sull’accordo di programma e si avvii definitivamente il piano industriale che prevede importanti investimenti". Le ormai imminenti elezioni regionali, previste tra autunno e inverno, congelano per ora il dibattito su un accordo, annunciato a più riprese da Governo e Regione, che rimane ancora lettera morta. E il via alla tradizionale fermata estiva degli impianti chiude, ma solo per poche settimane, la questione a cui restano appese le prospettive dello stabilimento di viale Brin.
Vertenza Faurecia "C’è una trattativa in corso, l’azienda risponda alle richieste del sindacato, la politica per il momento si occupi della filiera del tubo", così la Fiom Cgil sulla vertenza che preoccupa il settore metalmeccanico. "L’azienda, che risente della contrazione dei volumi già annunciati da Stellantis, ha aperto un percorso di cassa integrazione straordinaria per ristrutturazione che riguarda l’intero organico, con punte giornaliere medie di 50 persone – spiega la Fiom– .L’azienda ha annunciato sia una drastica riduzione dei lavoratori somministrati, sia la possibilità di esuberi strutturali. Abbiamo chiesto di non intraprendere azioni unilaterali. L’azienda si è riservata di dare risposte alla ripresa della trattativa, il 10 settembre". Quindi il richiamo alla politica "che invece di fare fughe in avanti dovrebbe occuparsi più in generale delle vicende della “filiera del tubo” a Terni che è la parte più complicata della vertenza “automotive” in Umbria"
Ste.Cin.