I sanitari alle prese con il morbo Contagio analogo ad altri mestieri

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"Medici e infermieri si contagiano come le altre categorie di lavoratori". L’analisi è stata fatta dal Nucleo epidemiologico regionale ed è riferita ai soli test molecolari effettuati nelle due Aziende sanitarie e in quell ospedaliere dell’Umbria. "Dall’appronfondimento – ha spiegato Carla Bietta, del Dipartimento prevenzione della Asl 1 – si evidenzia una maggior probabilità di positività tra gli uomini e tra gli operatori delle aziende territoriali sanitarie, ma non si osservano differenze per età e tra medici o infermieri e l’altro personale".

Dall’inizio della pandemia sono stati effettuati oltre diecimila controlli e due su tre hanno interessato medici e infermieri. "Il 6% dei testati nell’intero periodo ha mostrato una positività – ha aggiunto l’esperta –, ma questa percentuale aumenta all’11% se spostiamo l’inizio dell’osservazione al primo ottobre, al 12,9 al 15 ottobre e al 16,1% dal primo novembre".

Dalll’analisi è anche emerso che il ricorso al ricovero nella popolazione generale della stessa fascia di età (22-76 anni), è pari al 6.4%, superiore quindi a quello dei dipendenti delle aziende sanitarie che è del 4,1 per cento. Restano comunque confermate le associazioni con l’andamento generale della pandemia legate al sesso e all’età: più uomini nelle Asl e nessuna differenza tra medici e infermieri.

Quanto all’analisi dei positivi è emerso inoltre che il 61.6% di essi è donna, l’ètà media è pari a 48.1 anni (per le donne 47.3, per gli uomini 49.3 anni). Il 66% dei contagiati del personale sanitario è un medico o un infermiere.