REDAZIONE UMBRIA

I medici di famiglia in prima linea "Soli nella gestione dei pazienti"

"Ho riacceso il telefono dopo le ferie ed è stato un ’inferno’: le Usca erano un importante supporto. La Omicron 5 non compromette quasi mai i polmoni, ma assomiglia a volte a una brutta influenza"

"Il nostro carico di lavoro è cresciuto notevolmente con quest’ultima ondata di Covid. Sì, è vero, la variante Omicron 5 è meno ’cattiva’, ma nella gestione del paziente ormai siamo soli". A raccontare la settima ondata del Covid in Umbria è Andrea Alunni, medico di famiglia di Perugia, che si è di nuovo rimboccato le maniche e senza polemizzare o accusare chicchessia, fotografa il super lavoro a cui lui e i suoi colleghi sono di nuovo sottoposti. "Dopo una settimana di ferie, ho riacceso il telefono ed è stato un ‘inferno’ – racconta –. Il primo giorno di ripresa del lavoro sono stato veramente preso d’assalto dai miei pazienti.

Dottore, davvero Omicron 5 è meno ’cattiva’?

"Le altre varianti erano più severe, non c’è dubbio. Da gennaio in poi i casi di polmonite interstiziale sono stati davvero rarissimi tra i mie pazienti. Diciamo che questa sottovariante ha in alcuni casi tutti gli aspetti di una brutta influenza invernale e quindi non si sta benissimo".

Con quali sintomi?

“"Colpisce le vie aeree superiori, quindi si assiste a mal di gola, naso chiuso, poi dolori muscolari, un po’ di febbre. Ma in media in 78 giorni si torna negativi, anche se ci sono gli strascichi che sono fastidiosi e possono durare giorni".

Ha avuto pazienti gravi?

"Solo un paio: un 90enne non vaccinato e una fumatrice, entrambi sono ricorsi al ricovero. Ma nessun decesso".

Il vostro super lavoro dipende anche dal fatto che non ci sono più nemmeno le Usca?

"Beh, è oggettivo direi. Prima noi eravamo la ’mente’ e loro il ’braccio’ per così dire. Ora siamo lasciati soli nella gestione dei pazienti e non è semplice visti i numeri da affrontare. Senza contare che continuiamo a vaccinare a domicilio...".

Ritiene che l’alto numero di ospedalizzazioni in Umbria sia legato anche al fatto che mancano queste Unità assistenziali?

"Guardi, io posso soltanto dire che le Usca seguivano molti dei pazienti Covid e che facevano visite a domicilio".

Cosa che voi medici di medicina generale non fate…

"Non possiamo farle prima di tutto perché per questa procedura sono previste due persone (come era nel caso delle Usca): a casa dei pazienti si va ‘bardati’ e per la vestizione e svestizione è previsto dalle norme non si possa agire da soli. Ma anche volendo farlo ci sarebbero rischi elevatissimi di contrarre il Covid. Con tutte le conseguenze che non sono quelle della salute"

E quali sono?

"Per il medico prima di tutto e visto il numero risicato in cui siamo (non ci sono più i sostituti) e il maxi lavoro a cui siamo chiamati non è proprio il caso di stare a casa una settimana. Poi per il rischio a cui sottoponiamo gli altri pazienti: andare a visitare un positivo da soli e poi recarsi a casa di un anziano scompensato è davvero rischioso".

Michele Nucci