"Le cose di ogni giorno nascondono segreti a chi le sa guardare ed ascoltare". Da queste parole di Rodari prende spunto la nostra ricerca di materiali della vita quotidiana con i quali sperimentare forme d’arte e significati nuovi. Molte correnti artistiche del Novecento seguirono un simile approccio, per primo il Dadaismo che nacque a Zurigo nel 1916. Gli artisti principali furono Duchamp, Picabia e Ray che, accomunati dal disprezzo dei falsi modelli tradizionali, crearono opere basate sul nonsenso per scandalizzare il pubblico, utilizzando materiali disparati, disposti casualmente. Altro esempio è Picasso con l’opera “Testa di toro”, costituita da un manubrio ed una sella. Egli raccontò: “Presi il sellino di una bicicletta e il manubrio mettendoli uno sopra l’altro, facendo di essi una testa di toro. Forte. Ma ciò che feci più tardi fu gettarla via Poi un operaio si avvicinò e la raccolse dal fosso e decise che forse avrebbe potuto ricavare un sellino e un manubrio da quella testa di toro. E, se lo avesse fatto, sarebbe stata una cosa magnifica. Questa è l’arte della trasformazione”. E’ così che materiali di scarto, apparentemente inutili, assumono forme e significati nuovi.
CronacaI maestri Da Duchamp a Picasso