
Gubbio, nuovi reperti archeologici . Emersi alle spalle del Teatro Romano
Una scoperta arricchisce il patrimonio archeologico eugubino. Sono emersi, nel corso degli scavi condotti dall’archeologa Laura Cerri coadiuvata dalla collega e direttrice del Teatro Romano e dell’Antiquarium di Gubbio Ilaria Venanzoli, nuovi reperti archeologici alle spalle del Teatro Romano. Le ricerche sono possibili grazie ad un finanziamento concesso dal Ministero della cultura, destinato proprio alla valorizzazione dei resti romani di Gubbio.
"Pensiamo di essere di fronte a una struttura quadrangolare, interpretata come piazza porticata con un tempio posizionato sul lato meridionale", commenta la Venanzoli. Una scoperta del genere, "assume un significato cruciale in relazione al rinvenimento delle famose “tavole” scoperte nelle vicinanze del teatro in ambienti sotterranei ancora non identificati". Come data di scoperta delle tavole viene indicata quella del 1444, acquistate dal comune di Gubbio nel 1456 da una certa Presentina che le aveva ritrovate. Il compenso: l’uso di alcuni terreni a pascolo di proprietà comunale. Le “Tavole” sono attualmente conservate nel Palazzo dei Consoli, ma sono destinate ad essere il nucleo centrale del costituendo Museo degli Antichi Umbri.
"Finora – spiega ancora l’archeologa – si ipotizzava infatti che i testi potessero essere esposti all’interno della struttura teatrale, circostanza non del tutto compatibile con la sacralità del contenuto delle “tavole” stesse. La nuova scoperta getta una luce inedita sia sul ritrovamento delle “tavole” sia sull’urbanistica antica".
Una ricerca che va avanti dagli inizi di ottobre ed ha interessato non solo l’area del Teatro Romano, ma anche quella dell’ex seminario e della Guastuglia: grazie a queste indagini è stato possibile ricostruire ampie parti della città romana eugubina. Già da tempo si parlava di “anomalie nel terreno” nel Teatro Romano, ipotizzando la presenza di un quartiere residenziale. "Adesso – conclude Venanzoni – dovremo verificare la possibilità, di concerto con la Soprintendenza dell’Umbria e il Comune di Gubbio, di procedere almeno a un primo saggio che possa confermarci l’ipotesi archeologica avanzata".