SILVIA ANGELICI
Cronaca

Gli affreschi che parlano a tutti: " La chiesa abbraccia la città. Sono i santi della porta accanto"

Inaugurate di recente le opere nella parrocchia di S. Biagio e Savino in via Birago. Don Luca: "I simboli religiosi incontrano quelli laici. Progetto frutto di un cammino condiviso"

Chiesa del quartiere Birago piena di fedeli, in occasione dell’inaugurazione degli affreschi

Perugia, 26 aprile 2024 – C’era una parete bianca e c’era la necessità di dare alla comunità il messaggio e il fine della vita cristiana". Uomo di poche parole e molto pragmatismo don Luca Delunghi, giovane parroco dei Santi Biagio e Savino. Nella chiesa di via Birago è stato inaugurato un affresco imponente che mette l’arte al servizio della collettività, attraverso una narrazione religiosa che sa parlare a tutti. L’opera, infatti, intitolata “I santi della Perugia celeste“, emoziona anche chi non è abituato a seguire messa tutte le domeniche o a recitare il Padre Nostro con cadenza giornaliera: ha ragione chi l’ha definita "l’abbraccio di Dio alla città dell’uomo". Le pennellate calde dove i simboli cristiani incontrano i monumenti laici, le pietre e le piazze invitano alla contemplazione e invogliano a sedersi sulla panca col cellulare spento e lo sguardo al cielo.

"L’abbraccio – dice il sacerdote - è venuto dalla gente. Noi abbiamo semplicemente realizzato un progetto artistico, dove la città terrena dialoga con la città celeste, con al centro Cristo" . E così ecco c he sfilano davanti agli occhi i patroni di Perugia, i “san ti della porta“ accanto come li chiama don Luca, il Beato Carlo Acutis, il Servo di Dio Vittorio Trancanelli e Oreste Benzi, la Vergine Maria, san Giuseppe, san Giovanni Bosco, padre Pio, madre Teresa, santa Rita e santa Chiara, Papa Wojtyla, il Poverello d’Assisi. Uomini e donne "che hanno fatto della fede in Dio una missione in terra". Sullo sfondo, la Fontana, l’Arco Etrusco, Porta Marzia, a rappresentare una città vera, vissuta, abitata. Un cantiere che è durato più di un anno. Il programma iconografico è di don Luca; la mano che ha saputo trasmettere carica e umanità ai circa 80 personaggi sono opera della pittrice suor Mary Anastasia e dell’architetta d’interni Julie Daccache.

I toni del giallo e del celeste sono i colori usati dalle artiste, in perfetto accordo con le vetrate cromatiche di don Palloni. "Il giallo - spiega suor Anastasia– è la luce di Dio, che si riflette sui Santi. Perché bisona ricordarlo: non si nasce con l’aureola, ma lo si diventa strada facendo. Ecco la pittura vuole parlare anche di loro, ma in maniera semplice e diretta". "Oggi - va avanti il parroco – vediamo davanti ai nostri occhi, sulle pareti della chiesa, il risultato di un camminare insieme, che ovviamente non si ferma qui. Quest’opera è un dono da contemplare, ma può diventare anche un’opportunità per fare... ".