
CITTÀ DI CASTELLO
Lo incontravi in giro con i capelli lunghi e fluenti sulle spalle, la barba incolta, l’orecchino, il suo lungo impermeabile chiaro appiccicato al fisico atletico ed era ben difficile - se non impossibile - distinguere il ’poliziotto’ dal simil-malavitoso. Eppure in quei momenti ’’Giustino’’, ovvero il carabiniere Domenico Giustino, stava lavorando in ’borghese’, magari da infiltrato in chissà quale traffico criminale. Entrato nell’Arma nel 1979 a soli 17 anni ora va in pensione da Luogotenente, dopo una lunga carriera fatta di operazioni di successo e che lo ha visto lavorare per venti anni al Nucleo Operativo di Città di Castello e per altri 10, gli ultimi, al Comando del N.O.R. di Gubbio. Domenico Giustino è stato a modo suo un mito: un carabiniere forse ’non convenzionale’, come si definisce, ma concreto, più attento alle persone che ai cavilli ed anche per questo benvoluto, stimato e rispettato nei luoghi dove ha lavorato.
Due encomi ricevuti, poi la Medaglia d’oro al merito di lungo Comando e anzianità di servizio e quella ’Mauriziana’ al merito. Tante le operazioni di successo, tra cui la "Red Gold" (2007-2009), seguita alla rapina di cento tonnellate di rame alla Irce di Umbertide; la ’Cio’ (2008-2009) dopo il furto ai danni di dell’Oleificio Ranieri di 1.200 quintali di olio; ’Zapper’, contro lo spaccio di droga (17 chili di stupefacenti sequestrati); ’Roma Capoccia’ (2013), con l’arresto di due rapinatori romani che avevano imperversato in Umbria; ’Cio 2’ (2014 - 2016), per un furto da 80mila euro alla ditta ’Pesagomme’ di Gubbio; "Arachide" (2017 - 2019), contro lo spaccio nell’eugubino (19 arresti); "All in" (2019 – 2020), operazione tra le più importanti del Centro Italia sempre contro lo smercio di stupefacenti (sedici gli arresti). Giustino va in pensione "estremamente soddisfatto per il lungo viaggio fatto nei Carabinieri", contrassegnato, racconta, "da sacrifici, specie all’inizio, ma anche da tante soddisfazioni" dovute al rapporto con i colleghi e con tutti coloro che hanno avuto fiducia in lui e nell’Arma. Un ricordo particolare va alla gente dell’Alto Tevere e di Gubbio, agli uomini dei Radiomobile, ai Luogotenenti Francesco Marinelli e Giuseppe Peracchia, al Maresciallo Capo Nicola D’Alo, al Maggiore Pier Giuseppe Zago ed ai magistrati con cui ha collaborato. In ultimo il suo pensiero commosso è per l’amico e collega Donato Fezzuoglio ucciso ad Umbertide durante una rapina, per sua moglie Manuela ed il figlio Michele.
Pa.Ip.