
di Alessandro Orfei
FOLIGNO
Cinquecento chilometri in mezzo al ghiaccio dell’Alaska, senza nessun supporto, se non quello della muta dei suoi Siberian husky. Giordano Tarara, originario di Spello ma ora residente a San Paolo di Foligno, è uno dei tre italiani a praticare lo ‘Sleddog’ o ‘Mushing’, lo sport che consiste nel percorrere lunghissimi tracciati con la muta di cani a trainare la slitta. Delle vere imprese, che ti spingono a superare i tuoi limiti mettendoti alla prova, a livello fisico e mentale. Il tutto supportato dalla presenza dei cani. Giordano è reduce da una delle sue sfide più importanti, la "Copper Basing 300" in Alaska. Partenza sabato 8 gennaio, di mattina, poi tutto di fila fino al martedì successivo, tranne i checkpoint obbligatori, sia per rifocillarsi che per tutelare il benessere degli animali. "Fisicamente, durante le gare – racconta Giordano – non conosci giorno o notte. Fondamentale è imparare e stare calmo in tutte le situazioni, per non perdere il controllo. Serve lucidità per te stesso e per i tuoi cani che ti accompagnano".
L’impresa dell’Alaska è quella più particolare svolta da Giordano, che ha partecipato anche a gare in Svezia e Norvegia. In Alaska Tarara era l’unico team di pura razza in gara: "La competizione in Alaska è stata la più lunga. Nel 2016 percorsi già 340 chilometri. "Dell’ultima gara ricordo bene la stanchezza, soprattutto mentale, del penultimo tratto. Dopo tre giorni in cui non dormi, è normale entrare in difficoltà. L’allenamento e la forza mentale ti aiutano a superare questi momenti". Momenti che passano anche per attimi di oggettiva difficoltà. "All’inizio dell’ultimo tratto c’era da attraversare un fiume ghiacciato e sono dovuto scendere con l’acqua fino alle ginocchia, perché il corso d’acqua in alcune parti si era aperto". E nel corso delle gare capita anche di fare particolari avvistamenti: "Sono riuscito a vedere alci e un lupo nero". Il primo siberian husky entra a casa di Giordano nel 1992, si chiamava Dylan. "L’ho preso perché ero innamorato della razza, ben sapendo delle loro potenzialità, ma mai avrei pensato di poter fare io in prima persona questo tipo di attività". Da quel momento scatta la passione e ora Giordano, che è anche titolare dell’allevamento ‘Torquemada Siberians", ne possiede 27. "Questo sport – racconta – si è diffuso ai primi del ‘900 negli Usa, riprendendo quello che veniva fatto durante il periodo della ‘Corsa all’oro’, quando i cani venivano usati per lavorare. Stando a stretto contatto con i cani, riesci a capire la vera essenza". Per imprese e sprint di questo tipo, l’allenamento è lungo e costante. Giordano infatti lavora con percorsi di varia lunghezza nelle zone del Piano di Collecroce o sul Monte Pennino, al confine tra Nocera e Foligno, facendo trainare alla sua muta un quad che, in salita, viene acceso per non gravare eccessivamente sull’animale. Per allenare al meglio la sua muta, nel caso dell’Alaska, Giordano è stato da novembre 2021 fino alla gara, nello Yukon, in Canada. Una vita complessa, che ripaga anche di soddisfazioni: "Ogni volta che mi trovo al freddo e nelle difficoltà mi maledico, ma poi non vedo l’ora di risalire in slitta, perché lì sopra mi sento dannatamente vivo e mi piace lavorare e condividere momenti con i cani", racconta Giordano.