"Fotovoltaico, in Umbria troppe limitazioni"

Il nuovo regolamento regionale (luglio 2022) ’concede’ di poter progettare solo sul 5% dei terreni a disposizione, a patto che siano contigui

Montaggio di pannelli fotovoltaici

Montaggio di pannelli fotovoltaici

Perugia, 31 agosto 2022 - È la legge della domanda e dell’offerta: più cresce la prima, più aumentano i prezzi della seconda. Ma il sistema “energia“ sta raggiungendo limiti ormai insostenibili fino a creare il paradosso che alle imprese conviene fermare le attività e usare gli ammortizzatori sociali piuttosto che continuare a produrre. La soluzione? Nell’immediato si invocano azioni dei Governi che vadano a calmierare il prezzo, mentre nel medio e lungo termine, come già indicato dall’Ue l’unica strada da percorrere è quella delle energie rinnovabili, quelle ’pulite’ e magari meno soggette alle speculazioni, come nel caso dell’energia solare.

Fotovoltaico che però a quanto pare (dati ufficiali alla mano) in Umbria finora supera di poco l’1,6% del totale. E le cose non potranno facilmente cambiare visto che nell’ultimo regolamento normativo del settore, emanato a fine luglio dalla Giunta regionale, vengono introdotte importanti restrizioni.

"L’articolo 6 – spiegano un gruppo di imprenditori umbri – consente di poter progettare solo sul 5% del terreno agricolo disponibile che, nel caso ad esempio di un progetto di modeste dimensioni come una centrale da 5 MegaWatt che impegnerebbe appena 7 ettari di terreno, equivarrebbero alla considerevole consistenza di ben 130 ettari totali". Viene da chiedersi il perché di una simile scelta (criteri di salvaguardia del suolo? delle aree industriali? Del paesaggio?), soprattutto in un momento come questo in cui il costo dell’energia elettrica ha raggiunto i 637 euro (megawatt/ora) rispetto ai circa 60 euro di gennaio 2021 (un aumento del 1.062%).

"Oltre allo ’scoglio’ delle dimensioni del terreno – segnalano ancora gli imprenditori del settore fonti rinnovabili – che deve essere enorme visto che il regolamento regionale consente l’utilizzo solo del 5%, viene anche imposto che i terreni in questione siano tra loro contigui".

Ora però arriveranno anche i fondi del Pnrr per l’AgroVoltaico. "Che in Umbria, caso unico in Italia, prevedono comunque che il terreno dell’agricoltore possa essere sfruttato solo al 20% rispetto al 100% della media nazionale. Insomma, un paradosso, forse si dovrebbe al contrario avere a che fare con normative più snelle imposte da una precisa strategia energetica nazionale in grado di favorire la produzione ed il consumo di energia a chilometri zero anche per le industrie. Difatti il nuovo regolamento regionale prevede restrizioni anche su terreni edificabili di tipo industriale, in quanto si consente di progettare una centrale fotovoltaica solo sul 50% del terreno edificabile contiguo disponibile".

In ogni caso entro il 2030 l’Italia, stando ai patti presi a livello europeo con il “Green New Deal”, dovrà arrivare a coprire circa il 50% del fabbisogno energetico nazionale con energia da fonti rinnovabili (2021 eravamo ancora fermi al 21%) e anche l’Umbria dovrà adeguarsi visto che la pandemia prima e l’invasione russa in Ucraina poi hanno portato alle devastanti speculazioni sul mercato dell’energia che stanno mettendo a rischio l’autunno di famiglie e imprese con conseguenze terribili pure su ll’occupazione.

"A noi preme ricordare – insistono gli imprenditori interessati in Umbria – che il fotovoltaico non produce energia con materie prime come il gas e che tra tutte le rinnovabili è quella più semplice ed economica da realizzare. Inoltre ha un grandissimo pregio: la sua materia prima è gratuita e si trova da per tutto perché si chiama Sole, motivo per il quale se avessimo una produzione incentrata su questo sistema non solo inquineremmo zero, avremmo altissimi ritorni economici per produrre e consumare energia a km zero, con speculazioni pari a zero. Ma lasciateci segnalare l’ultima nota dolente del nuovo regolamento regionale: ha efficacia retroattiva!".

A. Pescari