
di Luca Fiorucci
Sei giorni di agonia in Terapia intensiva. Una lotta strenua per la vita, ma la 30enne peruviana non ce l’ha fatta. All’alba dello scorso 11 maggio era caduto da un balcone del palazzo delle Poste di via Mario Angeloni. Un salto nel vuoto che rimane al momento inspiegabile. La 30enne, transessuale, secondo quanto appreso, non abitava nel palazzo, ma risultava vivere a Firenze. In uno degli appartamenti era almeno con una persona, sentita, a quanto sembra dagli investigatori che, al momento, non sembrano escludere nessuna ipotesi per spiegare quanto successo.
Un gesto volontario, una lite degenerata, un incidente. C’è chi racconta di aver sentito la 30enne urlare e camminare per alcuni passi sul parapetto del balcone, poco prima che cadesse nel vuoto. Gli investigatori della squadra mobile hanno setacciato la zona alla ricerca di possibili testimoni. Ai raggi x anche i filmati delle telecamere della zona alla ricerca di elementi che possano chiarire quanto accaduto.
Dopo la caduta, la trentenne, che era nuda, era stata trasportata d’urgenza in ospedale a causa delle fratture riportate nell’impatto al suolo. Le condizioni erano apparse subito molto critiche, se non disperate. Come detto, dopo sei giorni, l’epilogo drammatico.
Che ora potrebbe dare un ulteriore input alle indagini sulla caduta per capire se possa essere stata una fatalità, se ci sia l’eventuale responsabilità di qualcuno. L’accaduto aveva destato molto clamore nel quartiere e non solo, visto che le operazioni successive ai soccorsi sono avvenute di fronte agli occhi dei tanti che attraversavano la zona nevralgica di Fontivegge.
Clamore ma non particolare stupore da chi nell’area di Fontivegge vive e lavora, zona estremamente critica della città sul fronte della sicurezza, con criticità legate soprattutto allo spaccio e al consumo di droga. Una zona molto “sensibile“ sulla quale si concentrano, ormai da tempo, i controlli delle forze dell’ordine e interventi anche da parte del Comune.
Ultimi in ordine di tempo i provvedimenti per l’edifico all’interno di un’area verde privata in via della Ferrovia, diventato un crocevia dello spaccio e al centro delle proteste dei cittadini .