REDAZIONE UMBRIA

Fondi pubblici per ristrutturare l'agriturismo, ma in realtà è la loro casa: in cinque nei guai

Operazione della Forestale che ha notificato cinque avvisi di conclusione delle indagini preliminari. Oltre ai beneficiari del fondo, sono finiti nei guai anche due funzionari della Regione e un ufficiale della Municipale

Guardia forestale (Pianetafoto)

Città della Pieve (Perugia), 22 giugno 2015 - Un agriturismo ristrutturato con fondi pubblici ma in realtà destinato ad abitazione privata è stato individuato a Città della Pieve dalla forestale che ha notificato cinque avvisi di conclusione delle indagini preliminari. Gli accertamenti sono stati condotti dal nucleo investigativo di polizia ambientale e forestale, coordinato dalla procura della Repubblica di Perugia. L'agriturismo è risultato ristrutturato con fondi del Piano di sviluppo rurale 2000-2006 con un contributo a fondo perduto di poco inferiore a 100mila euro, ma in realtà destinato ad abitazione del padre del beneficiario del finanziamento e del suo nucleo familiare. In violazione - secondo l'accusa - dell'obbligo decennale, previsto dal bando, di mantenimento della destinazione dell'immobile alla finalità di agriturismo.

Secondo la forestale, si legge in una sua nota, dopo la conseguente segnalazione alla Regione Umbria per la revoca del contributo erogato, sanzione prevista dal bando di concorso, due funzionari della stessa amministrazione, tra cui un dirigente, non provvedevano in tal senso ma lo confermavano procurando al beneficiario un ingiusto vantaggio patrimoniale con conseguente danno all'erario. Pertanto i pubblici ufficiali sono stati denunciati a piede libero in concorso tra loro per abuso d'ufficio e per falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici. Lo stesso reato di falsità nonché l'abuso di ufficio è stato altresì contestato ad un pubblico ufficiale in servizio presso la polizia municipale di Città della Pieve, incaricato dalla Regione di compiere accertamenti sulla effettiva domiciliazione del beneficiario del contributo e sullo svolgimento dell'attività agrituristica nella relativa azienda, il quale - secondo l'accusa - avrebbe falsamente dichiarato che l'attività veniva regolarmente svolta e il beneficiario del contributo risiedeva presso la sede dell'agriturismo. Al beneficiario del contributo e al padre, anch'egli risultato destinatario dell'ingiusto vantaggio, è stato contestato il reato di indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato, in concorso tra loro, con i due funzionari regionali e l'agente della polizia municipale.