“Femmina di lume“, viaggio nella storia con Valeria Ventura

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Nel 1505 accaddero due fatti: il rapimento di una giovane donna della Carinzia da parte di un mercenario, e la conversione di Martin Lutero. Attorno a questi due eventi, privato e immaginario il primo, storico e di grandi conseguenze il secondo, si snoda il complicato incrocio che Valeria Ventura, scrittrice perugina, ha raccontato nel suo libro “Femmina di lume, vita e miracoli di una cortigiana onesta e di un predicatore nell’Europa del 500” edito da Piemme-Mondadori, che dal 7 febbraio sarà in libreria.

La vicenda si svolge dal 1505 al 1525 tra Perugia, Ferrara, le Alpi tirolesi e la Germania, in un groviglio di avventure e disavventure, tra personaggi inventati ed altri realmente vissuti (tra i quali il Papa Giulio II, Giampaolo Baglioni e la corte estense, mentre appaiono in un piccolo cammeo Ludovico Ariosto ed Erasmo da Rotterdam).

È una Italia, ed un secolo, che qui non si definisce come la rilucente civiltà rinascimentale ma un periodo e un luogo duro e spesso crudele, per chi era lontano dalle corti.

Fatti d’arme, ribellioni contadine, amori e giochi di potere restituiscono il senso di una vicenda, quella della cortigiana Ruth, non vera ma verosimile, mentre è assolutamente storico e documentato il percorso del monaco, Lutero, che con la sua Riforma sta spaccando la Cristianita’.

In ogni capitolo i due vivono separatamente le loro esperienze; si incontreranno solo alla fine del libro.

Libro che è in parte una specie di prequel del primo romanzo storico dell’autrice, “Le innocenti”, con il quale ha vinto tre premi letterari.

Una carriera, quella della scrittura, in particolare nel filone del romanzo storico, alla quale la Ventura si è dedicata appena concluso il percorso professionale di docente di italiano all’Università per Stranieri di Perugia.