
Un rifugio per assuntori, al riparo da occhi indiscreti. Quella che era un tempo la postazione situata davanti al parcheggio di Fonti di Veggio oggi chiuso – un piccolo gabbiotto con la porta a vetri e una finestra – è ormai un ritrovo di consumatori di stupefacenti, immerso nella sporcizia e nel degrado. All’interno, sopra un mobile ormai logoro, ci sono ritagli di carta stagnola e strumenti rudimentali "fai da te" per il consumo di droga, mozziconi di sigarette, fazzoletti usati e cartacce varie. L’aria del "gabbiotto" è ancora satura dell’odore acre di ‘fumo’ quando entriamo per verificare la situazione dopo la segnalazione di un cittadino pubblicata sulla pagina Facebook di "Progetto Fontivegge". Uno spettacolo poco edificante per chi vive, lavora e combatte per la riqualificazione del quartiere. L’amministrazione comunale si sta muovendo da mesi per trovare una soluzione per la riapertura del parcheggio. Perché è lì, negli spazi vuoti, che si annida il degrado, lo spaccio e la microcriminalità. E l’autorimessa era stata inaugurata nel 2017 con questo spirito d’intenti, strappare all’abbandono un’area, riqualificandola, e dando un nuovo impulso alla zona. Il parcheggio è di proprietà dell’Inps e la cooperativa che lo aveva in gestione non è più riuscita a far fronte ai canoni di locazione. Troppo alti per chi deve gestire anche le altre spese come pulizia, vigilanza, tasse e bollette. Una vicenda complessa, a cui si sono interessati il sindaco Andrea Romizi e l’assessore Luca Merli, allertando l’allora prefetto Sgaraglia e sollecitando incontri con l’Ente previdenziale. L’ultimo – come spiega l’assessore - è in programma per il 22 aprile per chiedere di riaprire il parcheggio dal momento che, in base ad una convenzione edilizia degli anni ‘80, pur essendo privato deve avere una destinazione pubblica.
Valentina Scarponi