Ecco la libera terra di Cospaia. In scena la rievocazione storica

La Repubblica (1441) nacque per un debito non pagato e da un errore topografico. Il racconto. CLASSI IV A, IV B DELLA SCUOLA ELEMENTARE RODARI (COSPAIA).

In quanti conosciamo la storia dell’antica Repubblica? Purtroppo la memoria, se non la si tiene ben

viva, tende a svanire, fino a scomparire. È per questo che la scuola primaria di Cospaia parteciperà, con propri manufatti, all’evento di rievocazione storica della “Perpetua et firma libertas” che si svolgerà dal 24 al 26 maggio. Nell’attesa, proveremo a raccontare questo periodo storico a cui ci sentiamo particolarmente legati. La Repubblica di Cospaia nacque per caso, grazie a due circostanze diverse: un debito non pagato e rilievi topografici malfatti. Tutto ebbe inizio nell’anno domini 1431, quando Papa Eugenio IV chiese un prestito di 25mila fiorini d’oro al banchiere Cosimo De’ Medici. A garanzia della somma ricevuta, il Pontefice diede in pegno a Firenze la terra di San Sepolcro. Dieci anni dopo, allo scadere dell’accordo il debito non venne saldato. A quel punto occorreva stabilire i nuovi confini e il corso degli eventi prese una via del tutto inaspettata.

Bisogna sapere che a circa 500 metri dal fiume individuato per delimitare i confini, chiamato Rio, ne esisteva un altro, omonimo, più vicino a San Giustino. La commissione fiorentina, venendo da nord, si fermò al torrente detto Rio; quella pontificia, venendo da sud, si fermò lungo il secondo torrente, detto anch’esso Rio. Entrambe le commissioni ignoravano che il fiume si biforcava in due torrenti. Uno scorreva sul fianco occidentale, l’altro su quello orientale. Nel mezzo c’era Cospaia, un paesino abitato da circa 350 persone, che diventò così una sorta di “terra di nessuno”. Il 24 Febbraio 1441, con Bolla Papale, Cospaia fu dichiarata Repubblica indipendente. I cospaiesi capirono subito la conseguenza di questo fortuito errore: erano diventati proprietari terrieri!

Ciò significava niente più tasse e imposte da pagare, nessun capo cui ubbidire. In quel paese non esistevano l’esercito e le carceri. Decisero quindi che fosse il Consiglio degli Anziani a prendere le decisioni più importanti, a risolvere e derimere screzi e litigi. Non esisteva nemmeno la scuola! I genitori, analfabeti, non potevano insegnare ai figli a leggere e a scrivere, tuttavia si impegnavano affinchè imparassero le regole della pacifica convivenza e i mestieri più importanti per la vita di tutti i giorni: coltivare la terra, allevare gli animali, cucire e ricamare, fare il pane. La sera poi, davanti al camino, adulti e bambini si riunivano per ascoltare le storie e le tradizioni popolari raccontate dai nonni.

(Bibliografia: G. Milani “Tra Rio e Riascolo – Piccola storia del territorio libero di Cospaia” – Associazione Genitori Oggi. C. Cherubini “La repubblica di Cospaia”, tratto da “Il Castello Bufalini” – Ed. Nuova Prhomos Scuola a TP di Cospaia “Sul Filo della Memoria” Ricerca storica a.s. 2000/01)