
Orvieto, al momento,. si trova a non aver più la disponibilità dei bagni pubblici in un luogo centrale per il turismo con decine di pullman che ogni giorno fanno scalo nel piazzale sotto la stazione ferroviaria
Niente più bagni pubblici in piazza della Pace dopo che il Comune non ha rinnovato la convenzione con la società che li ha finora gestiti insieme al bar, il Gruppo italiano ristoro con il quale si intravede già l’avvio di un contenzioso legale tutt’altro che semplice. Nel frattempo però, in piena stagione turistica, Orvieto si trova a non aver più la disponibilità dei bagni pubblici in un luogo centrale per il turismo con decine di pullman che ogni giorno fanno scalo nel piazzale sotto la stazione ferroviaria. In ballo ci sono anche le posizioni di vari dipendenti che resteranno senza lavoro. In seguito alla burrascosa interruzioni dei rapporti tra il Comune e la famiglia Palmieri titolare dell’azienda, i bagni della piazza sono infatti chiusi già da una settimana e nessuno è in grado di dire per quanto tempo ancora lo resteranno. Un problema che sta già diventando serio con tutte le guide turistiche della città che sono sul piede di guerra perché la decisione assunta dall’amministrazione comunale rende molto critica la situazione dei servizi igienici, considerando che quelli del centro sono in condizioni fatiscenti e altri sono chiusi. Il Comune vuole fare un bando per una gestione unica dei bagni pubblici, ma nel rapporto con l’azienda, che aveva una convezione di 10 anni rinnovabile per la struttura che comprende anche il bar, sarebbero state assunte posizioni che stanno portando di filato verso la causa legale. Valerio Palmieri spiega il punto di vista dell’impresa: "I bagni pubblici all’epoca erano degni di una bidonville più che di quella che è stata definita una delle dieci città più accoglienti al mondo – dice l’imprenditore – oltre a riqualificare lo stabile e gestire l’accoglienza nel suo complesso abbiamo preso in carico i servizi di pulizia del piazzale, cura del verde pubblico e, non ultimo, quello di pulizia del sottopasso ferroviario e dell’apertura e chiusura del percorso meccanizzato, ascensore e scala mobile, primo soccorso, sblocco e intervento per liberare persone intrappolate in caso di malfunzionamento in ascensore – dice Palmieri – abbiamo investito una somma importante nel progetto, certi di poterla spalmare su 20 anni e abbiamo portato la nostra professionalità nella gestione di un punto di accoglienza, anche in virtù della riqualificazione dei bagni, gestiti con grande attenzione e con una presenza fissa dell’operatore tutto il giorno. Ci è stato detto che eravamo interlocutori seri e graditi, ma poi nei fatti ci è stato intimato di lasciare i locali con meno di 24 ore di preavviso, anche a fronte di una nostra disponibilità a proseguire in proroga in attesa del nuovo bando che il Comune ha la colpa di non aver anticipatamente preparato rendendo di fatto impossibile una nostra partecipazione alla procedura".