
Il Festival dei Due Mondi ripercorre la sua storia attraverso 40 anni di costumi teatrali e a Natale arriva Nicola Piovani. Sono circa tremila i costumi riportati alla luce e custoditi presso la storica sede della scenografia del quartiere di San Nicolò a Spoleto. Ad inaugurare l’atelier del teatro" sono stati la direttrice artistica del festival dei Due Mondi Monique Veaute ed il sindaco Andrea Sisti che, ieri, accompagnati dalla direttrice amministrativa e organizzativa del Festival Paola Macchi, hanno rivissuto la storia della kermesse menottiana dal 1958 fino ai primi anni del 2000.
Fra i gioielli riportati a nuova vita si segnalano, tra gli altri, l’abito che Rudolf Nureyev indossò nel 1964 nello spettacolo Raymonda, i costumi del Boris Godunov del 1971, di Les contes d’Hoffmann del 1989, Amahl e i visitatori notturni del 1996. Un lavoro complesso se si considera che soltanto il 40% degli abiti era corredato di un’etichetta che ne indicasse i dettagli, sul 30% era invece riportato unicamente il nome dell’artista che lo aveva indossato, mentre il restante 30% era privo di qualsiasi indicazione. Il lavoro di pulizia, classificazione e archiviazione è stato realizzato grazie alla collaborazione della sarta Francesca Persichini (per la ricomposizione dei costumi in ogni loro parte), Michele Mosca ed Eugenio Patrizi (per il lavoro di pulizia delle opere e sistemazione degli spazi), coordinato da Monica Trevisani. L’obiettivo ora naturalmente è quello di allestire un museo permanente, ma soprattutto quello di attivare una vera e propria accademia delle maestranze del teatro, partendo proprio dalla sartoria.
A tal proposito sono state eloquenti le parole del sindaco Andrea Sisti: "La Fondazione deve rivedere le proprie finalità e la propria missione anche per poter raccontare la storia del festival. Avvieremo una serie di interlocuzioni con il Ministero per reperire fondi, ma anche per poter operare sul fronte della formazione professionale per attivare anche un’accademia".
Intanto però è partito l’appello della direttrice artistica Monique Veaute, rivolto ai partner privati, finalizzato alla valorizzazione di questo grande patrimonio storico artistico. In attesa che tutti i costumi diventino accessibili al pubblico, a partire da mercoledì 8 dicembre, verrà riproposta la mostra "Frammenti di un percorso teatrale" che coinvolgerà anche alcuni alberghi della città dove potranno essere ammirati gli abiti di Antigone e Hänsel e Gretel del 1988, Ariadne auf Naxos del 1984 e Guerra e Pace del 1999.
A Palazzo Collicola invece saranno esposti gli abiti del Naso di Šostakovic e del Duca d’Alba, realizzati a Spoleto rispettivamente nel 1995 e nel 1992; i costumi de Les contes d’Hoffmann, del 1989, affiancati da un fondalino realizzato all’epoca dalla scenografia Mattei di Roma e riadattato a Spoleto da Anna Valentini e da Moreno Bizzarri, scenografo del Festival che ne ha curato l’attuale restauro. Oltre alla sezione dedicata ai costumi d’epoca, la mostra ha dato risalto al lavoro delle maestranze che col Festival hanno collaborato in anni recenti, esponendo i costumi di alcune fra le opere prodotte dal Festival negli ultimi dieci anni (Gogo No Eiko, Amelia al ballo e Le nozze di Figaro). Firmati dal costumista Maurizio Galante, gli abiti esposti sono stati realizzati dalla sartoria del Festival.
A completare il percorso espositivo una selezione di fotografie d’epoca che raccontano momenti del Festival e della vita culturale della città. Sempre tra le iniziative del Festival dei Due Mondi a dicembre, giovedì 23 dicembre il Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti alle ore 20.30 ospita il concerto del pianista, compositore e direttore Nicola Piovani, che a Spoleto presenta La musica è pericolosa. I biglietti sono già in prevendita da oggi sul sito del festival dei Due Mondi.
Daniele Minni