
Due milioni per l’ospedale. La Fondazione in campo: gli aiuti al “Santa Maria“
Oltre due milioni di investimenti. È l’impegno economico della Fondazione Carit in favore dell’ospedale Santa Maria per il (2 milioni 351mila euro, per la precisione). "Si tratta – spiega l’azienda in una nota – di fondi destinati all’acquisto di attrezzature mediche che hanno permesso un notevole innalzamento delle prestazioni erogate in diversi reparti e settori di intervento". Tra le donazioni più significative, una colonna per endoscopia in ambulatorio, dal valore di 64mila euro, un echo laser per trattamenti mini-invasivi (156mila), strumentazione per il potenziamento delle apparecchiature per la risonanza magnetica (122mila), una barella per il trasporto grandi obesi (10mila), Tac intraoperatoria neurochirurgia (876mila), campimetro computerizzato e un Oct segmento anteriore (quasi 8mila.00 e 56.000.00). "L’apporto che la Fondazione Carit – spiega il direttore generale del Santa Maria, Andrea Casciari – fornisce ogni anno alla nostra struttura è fondamentale per poter contare su strumentazioni e tecnologie all’avanguardia. Questo permette un potenziamento notevole delle prestazioni, così da innalzare sempre più lo standard delle cure. Grazie al contributo della Fondazione, il nostro ospedale è in grado di mettere a disposizione della comunità una gamma di servizi sempre migliore e al passo con la tecnologia".
"La Fondazione Carit – spiega il presidente Luigi Carlini – è da sempre molto vicina al Santa Maria. Dal 2010 a oggi i contributi in favore dell’ospedale arrivano a oltre 14 milioni, per gran parte relativi al miglioramento della tecnologia e, nel periodo della pandemia, anche per il materiale necessario. Ci sono poi da aggiungere anche 700mila euro in corso di erogazione, che saranno utilizzati per l’acquisto di altre strumentazioni".
"Si susseguono i comunicati dell’azienda ospedaliera nel tentativo di rassicurare i cittadini e di arginarne lo scontento verso gli effetti delle delle politiche fallimentari della Giunta Tesei – sottolinea di contro Riccardo Brugnetta, coordinatore del Forum Sanità del Pd –. Nessuno mette in dubbio la capacità dell’azienda di rispondere alle sollecitazioni legate all’emergenza e all’alta specialità, visto la consistenza organizzativa costruita negli anni, la dedizione che il personale ha dimostrato e sta dimostrando dall’emergenza covid in avanti e anche l’adozione di misure volte ad attenuare i disagi, ancorché tardive, da parte di Usl 2 e azienda ospedaliera. Si vuole solo sottolineare l’incapacità della Regione di prevenire la tempesta, l’avere tenuto le organizzazioni ferme per 4 anni in attesa di un’intesa con Unipg per la nascita delle aziende integrate ospedaliero-universitarie. Per quattro anni e mezzo la Regione non ha fatto niente e ora, negli ultimi mesi di legislatura, cerca di recuperare in maniera piuttosto scomposta e confusa".