Debutti Fast Animals and Slow Kids, che sfida

I quattro ragazzi terribili del rock italiano ’giocheranno in casa’: il 29 inizia dal Morlacchi di Perugia il loro primo tour nei teatri

Debutti Fast Animals and Slow Kids, che sfida

Debutti Fast Animals and Slow Kids, che sfida

di Sofia Coletti

"Siamo i Fast Animals and Slow Kids e veniamo da Perugia". Con uno slogan che da 15 anni li accompagna nei loro trionfali concerti, i quattro ragazzi terribili del rock italiano sono pronti a una nuova avventura. Mercoledì 29 marzo inizierà proprio da Perugia, in un Morlacchi sold-out, il loro primo tour nei teatri: “Una notte con: Fast animals and slow kids - Concerto in 4 atti per piccola orchestra da camera“ vedrà la band, una delle più amate, vulcaniche e originali del panorama nazionale, portare musica, parole e canzoni nei principali teatri italiani, con una serie di live che si concluderà di nuovo a casa, al Morlacchi, mercoledì 3 maggio (prevendite su vivoconcerti.com e nei punti autorizzati). A raccontarci tutte le emozioni del progetto è Aimone Romizi, voce, chitarra, percussioni dei Fask insieme ad Alessio Mingoli (batteria, seconda voce), Jacopo Gigliotti (basso) e Alessandro Guercini (chitarre).

Perché avete deciso di portare la vostra musica a teatro?

"Questo progetto nasce dal nostro modus operandi, cioè rischiare e fare sempre qualcosa in più. Ci piace l’idea che la musica viva sul bordo di un precipizio, il rischio implica fatica e difficoltà, bisogna mantenere alta la concentrazione e la tensione artistica. E poi il teatro unisce altri due elementi irresistibili".

E quali sono?

"Da un lato c’è l’emozione di salire su determinati palchi. Al Morlacchi ho visto migliaia di spettacoli e concerti, l’idea di esibirsi lì è qualcosa di incredibile. E dall’altro c’è il fatto di suonare con tante persone in una formazione allargata di undici musicisti. Con noi ci sarà Daniele Ghiandoni alle tastiere e alla chitarra e una piccola orchestra da camera di sei elementi".

Il titolo del tour parla di un concerto in 4 atti..

"E sarà esattamente così. Il concerto sarà diviso in quattro parti e ognuna toccherà una tematica, un campo semantico che ci è caro. Vogliamo portare il pubblico all’interno di quattro piccoli mondi, che hanno determinato lo sviluppo dei pezzi che si stanno ascoltando".

Presenterete le vostre canzoni in una veste diversa?

"Assolutamente sì. Gli arrangiamenti sono di Carmelo Patti, con lui abbiamo dato una nuova veste ai brani che hanno segnato i quindici anni di storia della band. Il bello del tour è poter riascoltare pezzi scritti a 20 anni con uno strato sonoro aggiuntivo".

E come sarà la scaletta?

"Non in ordine cronologico ma tematico, con un’analisi adulta dei nostri pezzi, dall’inizio a oggi per trovare concetti comuni: il viaggio ma anche il tempo, il mare, che per noi perugini è qualcosa di esotico e onirico e poi il dolore, l’amore, l’amicizia".

Perugia resta un punto fisso. Ma qual è il legame con la città?

"Perugia è casa. Il posto dove siamo nati e cresciuti, dove abbiamo amicizie e una vita sociale al di fuori dei concerti in giro per il mondo. Con Perugia c’è una connessione viscerale e siamo all’interno del tessuto culturale".

Aimone è l’organizzatore del festival L’Umbria che spacca...

"Già, l’obiettivo è dare un palco ad artisti che non riescono a trovare situazioni professionali di livello. Per me è anche un modo per restituire quel senso di amicizia, di appartenenza e aiuto che ci ha dato la città, senza non ce l’avremmo fatta. Intanto il festival compie dieci anni, è diventato una cosa enorme".

Per finire. Avete fatto un singolo con Ligabue, “Il tempo è una bugia“. Come è andata?

"E’ stata una figata. Gli avevamo scritto una mail per chiedere consigli sul rock e lui ci ha invitato in studio e ha proposto di fare qualcosa insieme. Gli abbiamo suggerito un nostro pezzo e ha subito accettato, l’ha trovato migliore dei suoi. E’ immenso, con la sua umiltà ci ha insegnato che la musica va al di sopra delle persone".