"La pandemia con le sue misure restrittive ha avuto un effetto devastante, direi traumatico, nella vita di tutti, in particolare nelle categorie più fragili". Laura Dalla Ragione (foto), psichiatra e psicoterapeuta, direttore della Rete Disturbi Comportamento Alimentare Usl 1 dell‘Umbria, parte da qui per descrivere la crescita dilagante delle patologie del comportamento alimentare che registrano un aumento netto del 30%. In Umbria i servizi della Usl 1 (Todi, Città della Pieve e Umbertide), rimasti sempre aperti durante la pandemia, hanno avuto una crescita del 40% di richieste. La principale novità è che "La fascia più colpita è quella degli adolescenti e dei preadolescenti, 12-17 anni, ma c’è un fortissimo aumento di disturbi alimentari anche nei bambini". Tra gli aspetti che provocano allarme il fatto che adesso "anche i maschi purtroppo sono colpiti, in due anni sono aumentati di quattro volte e ora il 20% dei pazienti è maschile. La loro patologia è la bigoressia, cioè l’ossessione per la massa muscolare che li porta ad allenamenti estenuanti, a ore e ore di jogging e palestra finalizzate a scolpire il corpo. Forse il lockdown ha fatto emergere una sofferenza più nascosta e ora non sono più indenni ai disturbi".
I dati diffusi dall’Uls Umbria 1 dicono che sono stati 840 i pazienti che la rete dei servizi dedicati ai Dca (Disturbi comportamento alimentare) ha preso in carico nel 2021 in tutti i livelli di assistenza (ambulatoriale, semiresidenziale ed ospedaliero-residenziale). Molti di loro sono giovani e, a differenza del passato, il 20 per cento dei pazienti tra i 12 e i 17 anni è costituito appunto da maschi. Tra il 2020 e il 2021 gli accessi alle strutture di cura territoriali ed ospedaliere dei ragazzi è aumentato di 4 volte. "Nel 2021 c’è stato un grande aumento della domanda di cura ai servizi Dca della Usl Umbria 1. Il centro Dai di Città della Pieve, dedicato al disturbo da alimentazione incontrollata e all’obesità, ha seguito dal punto di vista residenziale e semiresidenziale 102 pazienti, prevalentemente provenienti dall’Umbria", spiega ancora la dottoressa Laura Dalla Ragione. "La residenza di Palazzo Francisci a Todi – prosegue – ne ha seguiti 85, di cui il 30 per cento sotto i 14 anni. C’è stato un aumento molto rilevante di pazienti giovanissimi, probabilmente per l’effetto traumatico del lockdown, della Dad e della difficoltà ad avere vita sociale. Il Nido della Rondine a Todi, centro semiresidenziale per anoressia e bulimia in età evolutiva, ha ricoverato 97 pazienti con quadri di anoressia e bulimia e ne ha seguiti 230 in regime ambulatoriale, provenienti tutti dall’Umbria.
Il centro Dca di Umbertide, per i per disturbi selettivi dell’alimentazione, ha avuto in carico 280 pazienti e le loro famiglie, oltre a collaborare attivamente con il reparto di pediatria dell’ospedale di Città di Castello nei ricoveri salvavita per minori che, nel 2021, sono stati 46, diventando un punto di riferimento per l’intero territorio regionale". L’Usl Umbria 1 dal 2003 ha costruito una rete di eccellenza: le sue strutture, centri pilota del Ministero della Salute dal 2008, sono divenute punti di riferimento nazionale. "Ad oggi – conclude Dalla ragione – stimiamo che nella nostra regione ci siano circa 15.000 persone affette da questi disturbi, un numero che non comprende le persone affette da obesità soprattutto adolescenti, che è molto alto".