Morte di Davide Piampiano, l’accusa: 'Quattro minuti persi prima di chiedere aiuto'

Oggi l’interrogatorio di Piero Fabbri, arrestato con l’accusa di avere ucciso il giovane di Assisi

Davide Piampiano

Davide Piampiano

Perugia, 31 gennaio 2023 - Quattro minuti. Davide Piampiano, ferito da un colpo di fucile all’addome, è in condizioni gravissime. La videocamera registra la sua richiesta di aiuto. Piero Fabbri, il «secondo padre» arrestato con l’accusa di averlo ucciso, a quanto emerge dalle immagini, si rende conto di averlo colpito. «Do’ t’ho chiappato? Fa’ vede’» dice al ragazzo spiegando di averlo scambiato per un cinghiale, mentre il tempo passa senza che vengano chiamati i soccorsi. Secondo quanto ricostruito dalla Procura della Repubblica di Perugia, in questo lasso di tempo, Fabbri scarica il fucile di Piampiano, nasconde il suo, nasconde la giacca. Poi, invece di chiamare il 118, chiama l’altro ragazzo che era a caccia per dirgli che Piampiano è ferito: «Curre, curre da Davide. Gli è partita una botta».

Ma dei soccorsi niente: «Chiama tu» dice al telefono al terzo cacciatore. «Tocca arcacciallo da di qui. Io sto di qui cerco de non fallo sveni’». Ma, secondo la ricostruzione dell’accusa, Fabbri non si sarebbe mosso dal luogo dell’incidente, solo per portare a termine un tentativo di depistaggio. È l’amico, allontanatosi dal Fosso delle Carceri, nel parco del Subasio, per ricercare il cane, a chiamare i soccorsi. Quando arrivano sul posto, Davide è già morto. I carabinieri, sul posto, ritrovano diverse munizioni, non il colpo esploso, secondo la ricostruzione data da Fabbri, dallo stesso fucile della vittima. Se fosse il colpo fosse partito dal fucile che la vittima imbracciava, sottolinea il giudice, almeno il bossolo si sarebbe ritrovato nei pressi del corpo. Nel frattempo, ricostruiscono ancora i carabinieri, l’arrestato avrebbe cercato di rafforzare la sua ricostruzione, telefonando anche alla moglie. Ma, sottolinea il gip nell’ordinanza che lo ha portato agli arresti, il suo racconto si scontra con quanto è contenuto nel filmato di 17 minuti della videocamera che Davide indossava. 

La Procura contesta al 57enne muratore assisano il reato di omicidio volontario con dolo eventuale. Stamattina in carcere si sottoporrà all’interrogatorio, assistito dall’avvocato Luca Maori. L’indagato sembra intenzionato a rispondere alle domande del giudice e fornire la sua versione dei fatti. Dopodiché l’inchiesta passerà nelle mani del tribunale di Firenze per competenza territoriale, visto l’incompatibilità dichiarata del gip dal momento che la madre della vittima è un giudice onorario del tribunale civile di Spoleto.