
Continua ad essere al centro di forti preoccupazioni la crisi che sta vivendo la produzione del cemento, un settore fondamentale per l’economia e l’occupazione locale con il suo 28% di Pil e gli oltre 1500 addetti tra dipendenti ed indotto. C’è tutto questo nella manifestazione "Per l’ambiente, il lavoro e per il futuro di Gubbio" indetta per domani alle 10, nel parcheggio dinanzi al Teatro Romano, dalle maestranze delle cementerie Barbetti e Colacem per "difendere il nostro lavoro – come si legge nel documento diffuso - ed evitare il declino irreversibile della nostra città", perché "siamo certi che salute, ambiente, sicurezza e lavoro possono convivere", come avviene nel mondo.
Dopo aver ricordato che "i costi energetici e della CO2 stanno mettendo in ginocchio la manifattura Italiana e anche le industrie eugubine stanno soffrendo questa crisi epocale" (lo dimostra la sospensione temporanea della produzione nel cementificio di Ghigiano ndc), la nota così prosegue: "La chiusura va assolutamente scongiurata, perché rappresenterebbe un drammatico declino economico della città". Le maestranze, sottolineano, si aspettano "un cambio di passo dall’Amministrazione Comunale perché è ormai un’evidenza scientifica che l’aria a Gubbio non è inquinata" e che l’utilizzo del combustibile alternativo, fortemente osteggiato da comitati ambientalisti, " è dettato da una scelta europea" ed "utilizzato in Italia". Alla manifestazione sono stati invitati il Sindaco Stirati ed i gruppi consiliari, Consiglieri regionali, sindaci di altri comuni. Al termine verrà consegnata al primo cittadino la lettera-petizione sottoscritta da oltre 1500 persone che riepiloga situazione e preoccupazione. Intanto, come pubblicato nell’edizione di ieri, il Comitato per la tutela ambientale della Conca Eugubina ha chiesto al Presidente della Repubblica, tramite gli avvocati Valeria Passeri e Paola Nuti, l’annullamento dell’Aia (Autorizzazione d’impatto ambientale) rilasciata alla due cementerie dalla Regione lo scorso 29 dicembre.
G.B.