Covid Umbria, piena quinta ondata. Oltre duecento contagi come a marzo

Il dato consolante è che il numero d ei ricoveri resta limitato: in una settimana solo sette in più

Perugia, 15 dicembre 2021 - E’ un’Umbria divisa in due quella del Covid. Una fetta a Est con un tasso di contagio molto elevato e che non vuol saperne di fermarsi, un’altra a ovest che, tranne rare eccezioni, ha iniziato la sua fase di discesa. Le zone più in crisi sono ancora una volta quella del Folignate, dello Spoletino, dell’Assisano e in parte dell’Alta Valle del Chiascio. Poi c’è la zona di Narni-Amelia e parte del Pievese. Va molto meglio invece in Valnerina e Alto Tevere, al riparo dall’aumento che si sta verificando ormai da una decina di giorni.

E anche nel Perugino la situazione appare sotto controllo. Ieri però è stata di nuovo sfondata la soglia psicologica dei duecento contagi: ben 245 quelli rilevati lunedì grazie a poco più di tremila tamponi molecolari, con una percentuale di positività che continua costantemente a salire. Numeri che non si toccavano più dallo scorso marzo.

E questa quinta ondata, che sembrava dovesse essere breve come la quarta - tra luglio e agosto è durata un mese -, non vuol saperne di fermarsi. Ormai sono due mesi consecutivi che la curva degli attualmente positivi continua a salire. L’incognita è sempre la stessa: prima il contagio si fermava con le restrizioni, adesso dovrebbe arretrare con i vaccini.

Certo, la scelta di chiudere si rivelava molto più efficace dal punto di vista epidemiologico e sanitario, ma in cambio di sacrifici economici e sociali non più sostenibili. Ora invece il quadro è diverso: per far scendere la parabola servirà molto tempo a quanto apre. E poi c’è sempre il nodo dei ricoveri.

Anche ieri, infatti, a fronte di 245 positivi, non c’è stata nessun a nuova ospedalizzazione. E le variazioni nei reparti di Terni e Perugia da dieci giorni a questa parte fanno ben sperare: il 7 dicembre c’erano 48 ricoveri, ora sono 55, mentre gli attuali positivi sono passati da 1.913 a 2.533, quindi oltre seicento in più. Questa sarà però la settimana decisiva, poiché dopo la frenata di fine novembre, proprio a inizio del mese è iniziata la ripresa forte dell’espansione dei positivi.

E a questo punto da qui a domenica vedremo quanto andrà a incidere sulle ospedalizzazioni. Nel frattempo però ieri c’è stato un altro decesso: ora il totale è pari a 1.497 in quasi 22 mesi di pandemia, con una persona in meno in Terapia intensiva, proprio a causa della morte di un paziente. Lunedì, infine sono stati analizzati 3.423 tamponi molecolari (ormai si viaggia a mille in più al giorno rispetto a un paio di settimane fa) e 11.112 test antigenici, con un tasso di positività sul totale pari allo 1,68 per cento (era al tre per cento il giorno prima).

M.N.