REDAZIONE UMBRIA

"Così il nuoto umbro muore" Scatta la petizione delle famiglie

Mobilitazione per far riaprire almeno qualche altra piscina e consentire allenamenti e pratica agonistica

Ha superato già le 100 firme (al momento sono 108 per l’esattezza) la petizione scattata tra i genitori dei ragazzi che praticano nuoto agonistico nella regione. In costanza di normative anti-Covid per gli amatori c’è solo da attendere ma per gli agonisti, dicono atleti e famiglie, una soluzione ragionevole si potrebbe anche trovare, in modo che possano allenarsi in forma individuale e gareggiare. Al momento sono aperte solo le piscine di Perugia e Terni, mentre le otto gestite dalla Coop. Azzurra sono tutte chiuse: solo per quella di Foligno ci sarebbe una promessa di riapertura al 7 gennaio. Le famiglie mobilitate, dopo aver inviato varie lettere (le ultime al sindaco di Perugia, per avere chiarimenti sulla chiusura dell’impianto di Ponte San Giovanni, a quello di Foligno per chiedere lumi sulla chiusura della piscina ’’Marano’’ e alla governatrice dell’Umbria, Donatella Tesei) cercano ora un dialogo con l’Azzurra. Al momento però le posizioni restano distanti, anche perchè le famiglie che ancora continuano a far allenare i figli lo fanno dovendo affrontare spostamenti e disagi, oltre che costi. In sostanza con una lettera del 27 ottobre scorso la direzione della Coop Azzurra ha comunicato alle famiglie e agli atleti la sospensione dell’attività delle piscine gestite nella regione, in sintonia con il Dpcm anti-Covid. Il tutto per "assenza di certezze sulla copertura dei costi". Nella lettera si esprimeva anche la necesità, pur definita "illusoria", di ottenere un indispensabile contributo straordinario alla gestione da parte dell’ente pubblico (proprietario), senza il quale - sosteneva l’Azzurra - sarebbe stato impossibile riaprire "per il solo settore agonistico che rappresenta il 2% dell’utenza totale", sostanzialmente azzerata dal Covid. Ma le famiglie sono di tutt’altro avviso. "Se l’Azzurra – spiegano i firmatari della petizione – non riesce a sostenere la parte agonistica farebbe meglio a cederla, evitando disagi ai ragazzi che devono allenarsi. Si trovi una soluzione, noi vorremmo chiarimenti e certezze, altrimenti si finirà per affossare il nuoto umbro. I nostri ragazzi se non hanno la possibilità di farlo in Umbria dove possono andare a nuotare? E’ la domanda che ci facciamo avendo in concessione la società otto impianti dislocati in tutta la regione. Le 108 firme raccolte sicuramente diventeranno molte di più e ora attendiamo una risposta dai singoli Comuni e soprattutto dalla società che fino ad ora ha taciuto, anche sugli allenamenti degli atleti che da Foligno o da altre parti della regione ora vanno a Perugia, con i genitori che sono costretti a pagarsi le corsie, portando appunto i bambini nel capoluogo pur di farli allenare".

Patrizia Peppoloni