Botte perché convertito, i tre davanti al giudice

Arrestati per violenze e rapina aggravate dalla discriminazione religiosa. Uno di loro ha tentato di allontanare i sospetti e “sviare“ le indagini

Perugia, 15 aprile 2024 – Dovranno presentarsi davanti al giudice per l’interrogatorio di garanzia i tre cittadini magrebini arrestati all’alba di sabato dagli agenti della Digos e accusati di aver picchiato e rapinato un connazionale che ha abbandonato l’islam per convertirsi al cristianesimo. Le accuse sono, infatti, tutte aggravate dalla discriminazione religiosa. I tre, due fratelli di 40 e 42 anni e un uomo di 51, possono raccontare la loro versione dei fatti o scegliere la via del silenzio, avvalendosi della facoltà di non rispondere. L’interrogatorio di garanzia potrebbe essere fissato già nelle prossime ore e, comunque, non oltre i cinque giorni dall’arresto. Già dopo che la vittima aveva presentato la prima denuncia, c’era stato il tentativo di “sviare“ le indagini. In particolare uno dei due fratelli aveva raccontato ai carabinieri di un ragazzo (la vittima delle due aggressioni) che si era presentato al bar in evidente stato di ebbrezza, di avergli detto che non poteva entrare perché era in corso una festa privata e che lui (sempre la vittima) aveva iniziato a urlare.

Un mese dopo la prima aggressione, il 42enne arrestato sabato mattina si era presentato alla stazione dei carabinieri di Ponte San Giovanni dichiarando di aver trovato in via Adriatica (dove è avvenuta l’aggressione) alcuni oggetti fra cui un paio di occhiali da sole, una collana a maglie larghe color oro, una medaglietta per collana rfaffigurante il volto di un leone, sempre color oro (quella che era stata strappata dal collo della vittima durante il primo pestaggio e che lui stesso aveva visto al collo di uno dei tre aggressori). L’indagato aveva anche sottolineato come il proprietario di quegli oggetti fosse la vittima, che si era presentata in stato di ebbrezza e che aveva poi dato in escandescenze.

Ma, secondo gli investigatori, la “ricostruzione“ offerta dal 42enne finito a Capanne non è attendibile: i riscontri raccolti nel corso delle indagini (le testimonianze dirette e le riprese delle telecamere di videosorveglianza) danno concretezza al racconto dell’aggredito. Due gli episodi di violenza (costati al ragazzo anche la frattura di una vertebra) a distanza di pochi giorni uno dall’altro.

"No, tu non entri. Non sei un vero musulmano, frequenti la chiesa dei cristiani": questo si è sentito dire prima di essere picchiato. L’uomo, che lavora come badante in una famiglia perugina, ha maturato il desiderio di convertirsi al cristianesimo e ha iniziato il percorso, che lo porterà al battesimo, nella chiesa parrocchiale di Ponte San Giovanni.