
di Luca Fiorucci
Esami del sangue eseguiti dopo aver attestato falsi ricoveri, per poter così saltare le liste d’attesa. Visite effettuate privatamente ad amici e conoscenti che poi avrebbero ottenuto le prestazioni specialistiche con largo margine di anticipo rispetto agli elenchi, di fatto stravolti da una gestione "amicale" e irregolare. E pure un medico che per l’Azienda sanitaria di cui è dipendente risultava in malattia mentre avrebbe svolto attività lavorativa in un’altra struttura fuori regione. Due medici e due infermieri sono stati denunciati in Umbria dai carabinieri del Nucleo antisofisticazione e sanità nell’ambito di controlli svolti su scala nazionale sulle liste d’attesa per le prestazioni sanitarie erogate da strutture pubbliche. Le ispezioni sono state eseguite dai Nas in tutta Italia in 1.364 tra ospedali, ambulatori e cliniche, sia pubblici che privati in convenzione con il Sistema sanitario nazionale. L’attività ispettiva svolta sull’ingente mole di dati e di riscontri relativi a oltre 3mila 800 agende ha consentito, inoltre, di rilevare 1.118 situazioni di affanno nella gestione delle liste di attesa e superamento delle tempistiche imposte dalle linee guida del Piano nazionale, pari al 29% di quelle esaminate. In 195 situazioni i Nas hanno riscontrato la sospensione o la chiusura delle agende di prenotazione, in parte condotte con procedure non consentite oppure determinate dalla carenza o assenza di operatori senza prevederne la sostituzione.
Il medico radiologo scovato dal Nas, secondo le indagini, oltre ad aver prestato servizio altrove quando sarebbe risultato in malattia per l’ospedale della provincia di Perugia dove è in servizio, avrebbe messo in conto al sistema sanitario regionale anche visite condotte privatamente. L’altro medico indagato, invece, avrebbe praticato l’intramoenia secondo criteri propri, privilegiando parenti e conoscenti rispetto ai normali utenti con regolare prenotazione e tempi di attesa. Gli infermieri, invece, avrebbero "gestito" gli esami in particolare del sangue in maniera parallela rispetto ai normali percorsi, seguendo discrezione personale e "gerarchie" amicali, ignorando le liste d’attesa. Contro le cui lungaggini la Regione sta cercando di trovare una soluzione, anche se sulla loro gestione e sui controlli, in più occasioni, la Procura della Corte dei Conti ha evidenziato criticità e carenze.