
"Questo progetto mi entusiasma: mi ricorda quello di Venezia di quando ero procuratore aggiunto per la ristrutturazione di un’antica manifattura di tabacchi in rovina". Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, arriva a Perugia per illustrare la "sua" riforma, ma prima fa un salto nel piazzale della Procura perugina dove c’è l’ingresso del vecchio carcere e dove fra alcuni anni sorgerà la nuova Cittadella giudiziaria del capoluogo, che raggrupperà tutti gli uffici sparsi ora in vari palazzi del centro storico.
Progetto ambizioso ma che un passo alla volta va avanti: a illustrare il cronoprogramma al ministro sono Francesco Tarricone e Filippo Salucci dell’Agenzia del Demanio che spiegano come la Conferenza dei Servizi si riunirà a fine mese e ad aprile, se tutto filerà liscio, verrà bandita la gara di appalto per i lavori da quasi 70 milioni. A fine 2026 è previsto il completamento del primo lotto dove andrà la Procura, poi un anno dopo (probabilmente anche più) saranno pronti gli altri uffici del Tribunale. I tempi insomma, sono più o meno quelli dell’ultimo vertice che si svolse in Regione lo scorso marzo. Ad attendere il ministro il sindaco Andrea Romizi, il sottosegretario all’Interno, Emanuele Prisco, il vicepresidente della Regione, Roberto Morroni e poi assessori, consiglieri ed esponenti dei partiti del centrodestra perugino. Il ministro entra accompagnato nel cortile dell’ex carcere, alza gli occhi e ascolta con attenzione la descrizione del progetto. Poi dice la sua: "Grazie prima di tutto a chi sta portando avanti questa operazione – dice il ministro –. Mi auguro che operazioni come questa vengano estese ad altre carceri o a caserme: abbiamo la possibilità di usufruire di tutta una serie di beni demaniali che potrebbero essere riconvertiti per detenuti di minore pericolosità sociale e che non hanno bisogno di interventi significativi o di concessioni. E comunque spero alla fine di poter essere in grado di inaugurare almeno la prima parte del restauro qui a Perugia". Sulle difficoltà delle carceri umbre anche relative alla carenza di personale, Nordio ha detto che "si tratta di un problema essenzialmente economico. Speriamo il Pnrr sia flessibile e consenta alla Giustizia di utilizzare risorse sia per le strutture che per il personale. Di certo le lagnanze di polizia penitenziaria e detenuti sono fondate".
Michele Nucci