Città della Pieve ha accolto il nuovo arcivescovo

Monsignor Ivan Maffeis: "Sono contento di iniziare il mio servizio episcopale in mezzo a voi". Il toccante incontro con gli anziani

Migration

Una città in festa ha accolto il nuovo arcivescovo. La banda cittadina e il corteo delle Confraternite con le rappresentanze dei Terzieri e tutte le autorità civili e militari hanno accompagnato don Ivan Maffeis nel corteo di ingresso e fino al sagrato del Duomo. "Sono contento di iniziare il mio servizio episcopale in mezzo a voi, in questo borgo antico, che affascina con i suoi vicoli e i suoi edifici, con la storia e la cultura che vi si respirano e che parlano nei mestieri tradizionali e nella produzione di spezie pregiate, fino alle opere e ai capolavori d’arte, a partire da quelli del Perugino, il pievese più illustre, Pietro Vannucci", così l’arcivescovo di Perugia-Città della Pieve si è presentato ieri pomeriggio ai pievesi nella Concattedrale gremita per accoglierlo. "Ringrazio, quindi, ciascuno di voi per la vostra cordiale accoglienza; un pensiero particolare al parroco, don Simone, a don Samy, ai concelebranti, al sindaco e a tutte le autorità. Il nostro pensiero, fraterno e solidale, va alle popolazioni delle Marche". La prima visita a Città della Pieve del nuovo Arcivescovo era iniziata ieri nel primo pomeriggio alla residenza protetta Creusa Brizi Bittoni uno dei luoghi più antichi e simbolo della fortissima tradizione di solidarietà e volontariato pievese, incontrando gli anziani ospiti e una delegazione delle associazioni che lavorano sul territorio. "Due anni fa quando sono diventato parroco in Veneto partiva la seconda ondata della pandemia in una realtà molto segnata – ha detto il Vescovo - mi sono trovato a celebrare tanti funerali, ad un certo punto mi dicono basta fare i funerali qui bisogna fare qualcosa per sostenere noi che accompagniamo il tramonto, allora, con tutte le misure di sicurezza sono entrato in una casa di riposo. Così ho potuto stimare il lavoro incredibile dei volontari, dei medici, degli oss, per aiutare con ricchezza umana e professionale il prossimo. Lo facevano in un momento in cui non è stato facile riuscire a far capire ai familiari l’importanza del rigore a tutela degli ospiti e a tutela di ciascuno nel periodo del Covid. Di questo lavoro voglio ringraziarvi. Mi impegno a tornare per salutarvi uno ad uno. Aiutiamoci ad invecchiare bene, rimanendo uniti".

Sara Minciaroni