SOFIA COLETTI
Cronaca

Ciak si gira I ragazzi di oggi si raccontano

Presentato il film documentario “E se ora, lontano - Un’altra voce esiste“ girato a Perugia, Passignano e in un’antica pieve

Presentato il film documentario “E se ora, lontano - Un’altra voce esiste“ girato a Perugia, Passignano e in un’antica pieve

Presentato il film documentario “E se ora, lontano - Un’altra voce esiste“ girato a Perugia, Passignano e in un’antica pieve

Ciak, si gira (ancora) in Umbria. E a parlare questa volta sono ragazzi decisamente speciali, scelti in tutta Italia e pronti a confrontarsi sui temi che stanno loro più a cuore, riuniti nell’antica pieve di Pian di Marte sul Trasimeno. Si tratta del film documentario “E se ora, lontano - Un’altra voce esiste“ diretto da Massimo Selis che ha realizzato soggetto e sceneggiatura con Belinda Bruni, con produzione di Phausania Film e patrocinio del Comune di Perugia. Per questo il lavoro, adesso è in fase di postproduzione, è stato presentato a Palazzo dei Priori.

"Il film – ha raccontato l’assessore Fabrizio Croce – è stato girato anche a Perugia con il nostro sostegno, confermando l’attenzione verso le produzioni cinematografiche, per la valenza culturale e il ritorno d’immagine per la città. Nei mesi scorsi abbiamo avuto i grandi set Netflix e Disney, ora sosteniamo una produzione indipendente che parte dal basso".

E’ stato poi Massimo Selis, regista e produttore, a raccontare “E se ora, lontano“: "E’ un documentario un po’ anomalo, perché intreccia l’opera documentaristica con il cinema di finzione: è un film sui giovani con protagonisti undici ragazzi provenienti da tutta Italia, dal Friuli alla Basilicata, selezionati con un casting nazionale e riuniti qui in Umbria: un “centro” che oltre che geografico si fa anche simbolico. Abbiamo trovato ragazzi eccezionali, fuori dal comune, che hanno molto da dire. E raccontiamo lo sguardo di questi giovani su questo tempo".

Le riprese si sono svolte a Passignano, a Perugia (tra le scalette di Sant’Ercolano e via della Viola) e soprattutto a Pian di Marte sul Trasimeno, "un’antica pieve di cui si hanno tracce fin dal 1100. Da subito – dice il regista – abbiamo avuto l’impressione che in questo luogo anche le pietre parlassero". E qui, ispirandosi al Decameron di Boccaccio, "il gruppo si ritira per dieci giorni e dieci notti, per lavorare a un progetto che porterà la loro voce inedita in ogni angolo del Paese". Il documentario ha ottenuto l’interesse dell’Archivio Diocesano, perché nel film i ragazzi leggono estratti di un manoscritto redatto nell’antica pieve e hanno anche composto canzoni che andranno a integrare la colonna sonora. Ora c’è la fase di postproduzione con un teaser già pronto e l’idea di finire il film entro l’anno e farlo uscire al cinema. C’è già un accordo con una casa di distribuzione.

Sofia Coletti